
Il pericoloso ritorno di una guerra totale è ormai vicino. Dopo le bombe a Donetsk di ieri, nelle ultime ventiquattro ore nell’est ucraino ci sono stati nuovi scontri contro i separatisti filorussi. Quattro soldati morti, diciotto feriti. Nella regione di Lugansk, il bombardamento dei miliziani separatisti è avvenuto con artiglierie e sistemi multi-missili. A riferirlo è il comando delle operazioni militari del governo di Kiev. La situazione è sull’orlo del precipizio, per questo si attende l’incontro del week-end tra Obama e Putin al G20 australiano di Brisbane e che l’Unione Europea riesamini il capitolo sanzioni. L’Onu teme un conflitto totale che possa portare a uno scenario bellico persistente nei decenni a venire. Intanto, come riferito dal ministro della Difesa ucraino Stepan Poltorak, le forze armate devono prepararsi a combattere per difendere il confine, visto l’aumento delle truppe separatiste e di quelle russe. Kiev accusa Mosca e i separatisti di non rispettare il cessate il fuoco di Minsk del 5 settembre, adducendo come prova il massiccio afflusso di uomini e armi pesanti di questi giorni. Il Cremlino nega, ma intanto, Igor Plotniski, il capo dell’autoproclamata repubblica di Lugansk, nell’Ucraina dell’est, ha annunciato che intende presentare al parlamento locale la proposta di tenere un referendum sul futuro della regione, scegliendo tra l’indipendenza e l’adesione alla Russia.
C.M.