
Arrivano buone notizie dal centro di controllo dell’Agenzia spaziale europea di Darmstadt, in Germania. Da qui ci si riesce a tenere in contatto, relativamente in tempo reale, con il lander Philae, la sonda spaziale che ieri nel tardo pomeriggio è riuscita ad atterrare sulla cometa 67/P Churyumov-Gersimenko, detta Rosetta. Il coordinatore scientifico dell’Agenzia spaziale italiana, Enrico Flamini, ha spiegato che il lander “sta funzionando, gli strumenti acquisiscono i dati e sono in arrivo le prime immagini” ma “i tecnici sono ancora al lavoro per determinare la posizione esatta. Ancora non sappiamo bene in quale posizione si trovi il lander Philae e sono in corso tutte le valutazioni”. Una delle ipotesi è che Philae possa trovarsi in un avvallamento o in un luogo poco illuminato, caso in cui la batteria potrebbe risentire della scarsa luce ed esaurirsi più in fretta. “Tuttavia è presto per trarre qualsiasi conclusione. Quel che è certo è che in questo momento il lander sta funzionando”.
Nella missione rientra anche una parte di strumentazione interamente progettata e costruita in Italia, il trapano al quale toccherà perforare la superficie del corpo celeste per stabilire la composizione della cometa, ma Flamini ha spiegato che “i tecnici stanno ancora esaminando i dati per capire con certezza se il lander sia correttamente ancora al suolo”.
Resta comunque il fatto che ieri sia stato raggiunto un passo importantissimo per l’esplorazione spaziale, salutato anche dal Presidente del Consiglio Renzi, che su Twitter ha scritto: “È un giorno storico, dobbiamo essere orgogliosi che la tecnologia italiana abbia contribuito a portare” la missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea “fin laggiù”, concludendo con l’hashtag apposito per l’occasione, #cometlanding.
Da quasi 500 milioni di km Philae ha già cominciato ad inviare i primi responsi, raccolti grazie a Giada (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator), uno strumento che, al momento dell’atterraggio, ha raccolto le polveri sollevate dalla sonda e ne ha analizzato la composizione: ciò che ne emerge è che Rosetta è più antica e polverosa di quanto previsto, dati che potrebbero far pensare che si sia formata nella stessa regione dell’universo dei pianeti rocciosi come la Terra. Non solo, perché il lander Philae è riuscito da poco anche ad inviare una foto della sua posizione, che ancora deve essere analizzata e individuata, e delle vibrazioni elettromagnetiche presenti sulla cometa, una sorta di “voce stellare” che gli scienziati hanno dovuto accelerare di ben 10 mila volte per renderla ad una frequenza percepibile dall’orecchio umano.
In questo video potete ascoltare il “suono della cometa”:
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