
Nonostante gli annunci della Banca centrale europea con il lancio delle aste di liquidità Tltro (Targeted Long Term Refinancing Operation – Operazione di rifinanziamento mirata a lungo termine) per indurre le banche europee a prestare denaro alle imprese e così far ripartire l’economia, la stretta creditizia, credit crunch, è ancora forte, in particolare nel nostro Paese.
La Banca d’Italia nei giorni scorsi aveva comunicato l’ennesimo calo del credito delle banche italiane al settore privato, soprattutto alle imprese. E per il 2015 annuncia ulteriori diminuzioni “seppur con un’intensità progressivamente decrescente”. La stima di Bankitalia è contenuta nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria nel quale si prevede anche che, contrariamente alle imprese “la contrazione dei mutui alle famiglie dovrebbe invece interrompersi già nel primo trimestre del prossimo anno“.
Nel rapporto, la Banca d’Italia segnala anche il ritorno dei capitali privati stranieri in l’Italia. A fine giugno 2014, la quota di titoli pubblici detenuta dai non residenti era cresciuta al 29,4%, con un aumento del 2,4% rispetto alla fine del 2013. Nello stesso periodo è invece scesa la quota di titoli di Stato detenuta dalle banche italiane, passando dal 21,7% al 20,1%.
V.B.