Il cioccolato sta per sparire: ne mangiamo troppo

Dolce al cioccolato (Tiziana Fabi/Getty Images)
Dolce al cioccolato (Tiziana Fabi/Getty Images)

Tra le tante brutte notizie che ci arrivano ogni giorno, questa non la volevamo proprio sentire. Se davanti alla crisi economica, alle orribili immagini delle guerre nel mondo, fino alle delusioni personali e amorose finora potevamo reagire consolandoci con uno scacco di cioccolata, che fa tanto bene all’umore, presto, forse, non potremmo fare più nemmeno questo. Il consumo di cacao è infatti aumentato in modo così esponenziale in tutto il mondo che il cioccolato potrebbe finire o diventare un cibo di lusso come il caviale. A lanciare l’allarme sono stati due tra i più grandi produttori di cioccolata al mondo, la multinazionale americana Mars Inc. e la svizzera Barry Callebaut.

Nel 2013 nel mondo sono state consumate 70mila tonnellate di cioccolato in più rispetto alla sua produzione, ha scritto il quotidiano Usa Washington Post. Se questi ritmi di consumo dovessero continuare a durare nel tempo, già entro il 2020, tra poco più di 5 anni, la produzione di cacao potrebbe non essere sufficiente a coprire il fabbisogno mondiale. Mars e Barry Callebaut avvertono che entro il 2030 la domanda di cioccolato potrebbe superare l’offerta di circa 2 milioni di tonnellate. Molte persone resterebbero quindi a bocca asciutta o dovrebbero pagare una cifra esorbitante per un cioccolatino.

Nel frattempo i prezzi sono cresciuti. In un solo anno, il prezzo del cacao è aumentato di un quarto, con il rincaro più alto nel mese di agosto, quando ha raggiunto i 3mila dollari a tonnellata. Appena sette anni fa il cacao costava poco più di 2mila dollari a tonnellata.

“Le forniture di cacao a livello mondiale stanno per fronteggiare il più lungo deficit di produzione degli ultimi cinquant’anni”, ha comunicato l’Organizzazione internazionale del cacao, che monitora il mercato dal 1960. Nel frattempo, i produttori di cioccolato hanno annunciato aumenti dei prezzi dei loro prodotti. Aumenti che saranno destinati a durare anche per i prossimi anni.

La crescita mondiale del consumo di cacao è dovuta soprattutto alla richiesta proveniente dai Paesi emergenti, dove le nuove classi medie hanno iniziato a incrementare i loro consumi, anche di cioccolata. Questo è avvenuto sopratutto in Asia, dove la svizzera Barry Callebaut ha aumentato le proprie vendite del 9,3% in un anno, contro il 5,4% delle Americhe e appena lo 0,1% dell’Europa occidentale.

Tra le cause della crisi ci sono anche la siccità e le malattie che hanno colpito le piantagioni di cacao in Africa occidentale, soprattutto in Ghana e in Costa d’Avorio, dove si produce il 70 per cento del cacao mondiale. Secondo l’Organizzazione internazionale per il cacao, una malattia alle piante ha distrutto tra il 30 e il 40 per cento del raccolto. Inoltre, molti agricoltori hanno abbandonato il cacao per dedicarsi a colture più redditizie come il mais o il caucciù. La produzione delle piantagioni rischia quindi di non riuscire più a soddisfare la domanda mondiale di cacao e aprire la strada ai terribili surrogati.

Insomma, per gli amanti del cioccolato si prospettano tempi difficili.

V.B.