Vienna, fallisce il negoziato con l’Iran

Vienna Iran
Il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond (Peter Macdiarmid/Getty Images)

Il negoziato di Vienna sul nucleare iraniano è ufficiante fallito. Dopo le anticipazioni delle ultime ore il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond ne ha dato l’annuncio, confermato dalle autorità iraniane. Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia, Cina e Usa non sono riusciti ad arrivare ad un compromesso con Theran e le poche ore che che hanno separato gli utili colloqui dalla scadenza del termine hanno indotto le parti a gettare la spugna prima della scadenza di mezzanotte, termine che le parti si erano date a luglio. Un accordo in extremis non è escluso ma le possibilità appaiono ridotte al minimo. I colloqui tuttavia non s’interrompono.  Sono previsti incontri entro la fine dell’anno. Le nuove trattative dovrebbero durare fino a luglio del 2015. Il governo di Teheran non sembra destinato a subire nuove sanzioni per questo rinvio, così come non è prevista una loro riduzione “Non è stato possibile ottenere un accordo entro la data limite” ha dichiarato Philip Hammond confermando che una nuova scadenza è stata fissata per il 30 giugno 2015. Le parti sembrano ancora distanti su due questioni cruciali: l’arricchimento dell’uranio – che può rappresentare il viatico per giungere al nucleo fissile di una bomba atomica – e le sanzioni. Fra ieri e oggi i ministri degli Esteri di Russia e Cina, Serghiei Lavrov e Wang Yi Oggi si sono aggiunti agli omologhi di Usa, Russia, Francia, Regno Unito e Germania, per fare giungere ad un’intesa con l’iraniano Mohammed Javad Zarif. Dopo gli incontri bilaterali del weekend, si sono ritrovati oggi al Palais Coburg con la delegata speciale dell’Ue Catherine Ashton per tentare di raggiungere un accordo sul filo di lana. Speranze deluse, ma il clima che si respira a Vienna non è quello di una disfatta.
Il negoziato, ha dichiarato Philip Hammond, proseguirà secondo i termini dell’accordo ad interim concluso a Ginevra nel novembre del 2013. I colloqui di Vienna puntavano a raggiungere un accordo che avrebbe potuto trasformare il Medio Oriente, aprendo la porta alla fine delle sanzioni economiche verso una nazione di 76 milioni di abitanti.

ADB