
“Oggi ho detto una frase significativa nell’ufficio di presidenza. I panni sporchi si lavano in famiglia”, così il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, a margine della riunione dell’ufficio di presidenza a poche ore dal tracollo elettorale registrato alle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria. “Noi siamo all’opposizione della sinistra, non ci piace la loro politica su fisco, burocrazia e giustizia”, ha evidenziato l’ex premier, aggiungendo: “Noi siamo persone coerenti con senso dello Stato”.
“In Forza Italia tutti sono liberi di dire ciò che vogliono, a patto che questo non danneggi il partito”, è il pensiero di Berlusconi, ospite della presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, per cui “non si può andare avanti con questo sistema delle critiche lanciate via tv e agenzie”. Sull’ipotesi di una lista unica, l’ex premier spiega: “Nel centrodestra, c’è una Lega molto orgogliosa dell’identità e non farà mai una lista unica”; in ogni caso, “di fronte a un’elezione con una lista unica della sinistra, anche la Lega sarebbe obbligata a non farci perdere”.
Si passa poi all’elogio del leader della Lega, Matteo Salvini: “Ora la Lega ha trovato questo goleador che è Matteo Salvini. A me fa bene anche fare il regista dietro Salvini, pur di restituire la libertà agli italiani”. Il segretario del Carroccio, spiega Berlusconi, che sembra avere in qualche modo intenzione di passargli il testimone, “ha argomenti di protesta concreti che colpiscono la gente”, mentre “io voglio solo riportare il mio paese alla democrazia, non ho ambizione politiche”. Infine sui rapporti col Nuovo Centrodestra: “Ho avuto molto dolore per quello che è successo con Angelino Alfano”.
Quindi ha parlato del dopo Napolitano: “Sul capo dello Stato non si può eleggere un personaggio ostile a ognuno dei partiti presenti in parlamento”. Sul caso giudiziario che lo riguarda, Berlusconi afferma: “Contro di me è stata applicata una legge retroattivamente, violando la Costituzione e la carta dei diritti dell’uomo”; per questo l’ex premier si dice certo che “la sentenza contro di me sarà presto dichiarata ingiusta e paradossale”.
I rapporti interni a Forza Italia
“Forza Italia non c’è mai stata una maggioranza e una minoranza. Noi siamo stati sempre uniti”, è il pensiero di Berlusconi rispetto all’unità del partito, poi il presidente di Forza Italia accusa chi guida la fronda che a gran voce chiede il cambiamento, ovvero Raffaele Fitto: “Ho offerto diversi incarichi di partito a Fitto, ma lui non li ha mai accettati”. Ferma contrarietà sull’utilizzo delle primarie come strumento di selezione della classe dirigente: “Non credo che il sistema delle primarie sia uno strumento che possa portare buoni risultati. I peggiori sindaci della sinistra sono stati selezionati con lo strumento delle primarie”.
Il patto del Nazareno
Un capitolo a parte merita il Patto del Nazareno, che sembra andare avanti a rilento, ma Berlusconi ne assicura la necessità: “Il patto non è con Renzi ma con il paese, perché l’Italia ha bisogno di modernizzarsi”. “Non si può pensare di continuare con il bicameralismo”, insiste l’ex premier, secondo cui “sulla legge elettorale siamo partiti con un accordo, cambiato sempre per le modifiche chieste da Renzi, noi abbiamo fatto molta resistenza sul tema del premio di governabilità nella nuova legge elettorale”. Poi Berlusconi ricorda: “Noi le riforme le abbiamo fatte nel 2005, poi la sinistra ha cancellato tutto con un referendum”.
La politica estera
Nel discorso di Berlusconi, c’è spazio anche per la politica estera, in particolare per la lotta al terrorismo: “Stiamo sottovalutando tutti i pericoli per l’occidente che vengono dall’Isis”. Quindi sulla questione migranti: “Noi avevamo addomesticato Gheddafi. Non veniva più un migrante dall’Africa”. Largo spazio poi alla crisi ucraina e ai rapporti con la Russia: “Abbiamo una situazione internazionale preoccupante per ciò che sta accadendo tra occidente e Russia, c’è il rischio di tornare alla guerra fredda, alla quale io è Putin avevamo messo fine nel 2002”; inoltre “hanno varato le sanzioni alla Russia. Ora i russi non verranno più a portare soldi da noi”.
Infine un passaggio sui fatti che portarono alla caduta del suo governo: “Sul 2011 Habermas ha parlato di un tranquillo colpo di Stato. C’è stato un concorso consapevole e determinato per costringermi a dimettermi da premier, perché ero un ostacolo insormontabile contro alcune decisioni del Consiglio europeo dei capi di Stato e di Governo”.
GM