Jobs Act, via libera alla Camera. Opposizioni lasciano Aula

L'Aula della Camera dei Deputati (Foto: ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
L’Aula della Camera dei Deputati (Foto: ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

L’Aula della Camera ha approvato in seconda lettura il cosiddetto Jobs Act, la legge delega sul lavoro, che ora torna al Senato per l’approvazione definitiva. Il testo, su il cui voto finale era previsto per domattina, è passato con 316 sì e 6 no, facendo consumare una nuova, dolorosa frattura nel Partito democratico. Una componente minoritaria del partito di Renzi, infatti, ha abbandonato l’Aula prima del voto finale, esattamente come hanno fatto le opposizioni di Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Sel, Fratelli d’Italia e Lega Nord.

Sono rimasti in Aula per esprimersi in maniera contraria quattro parlamentari dell’area civatiana del partito, così come anche Francesco Saverio Romano di Forza Italia e Gianni Melilla di Sel, mentre tra i Fratelli d’Italia si è registrata una defezione con Massimo Corsaro che ha votato a favore del provvedimento. Nel primo pomeriggio di oggi si era delineata l’area del Partito Democratico che avrebbe dissentito sul provvedimento. mentre l’ex segretario Pierluigi Bersani aveva sostenuto: “Voterò le parti che mi convincono con piacere e convinzione e le parti su cui non sono d’accordo per disciplina, avendo fatto per quattro anni il segretario del Pd”.

In tutto una quarantina tra contrari, astenuti e deputati che hanno abbandonato l’Aula gli esponenti democratici che non hanno votato favorevolmente, tra cui 29, Stefano Fassina, Davide Zoggia, Alfredo D’Attorre, Gianni Cuperlo in prima linea, che hanno firmato un documento nel quale annunciavano l’intenzione di abbandonare l’Aula al momento del voto. La scelta di non partecipare al voto finale è stata spiegata così da D’Attorre: “L’orientamento largamente prevalente è stato per la non partecipazione al voto. Un modo per evitare lacerazioni nel gruppo parlamentare e anche per tenere un ponte aperto con quelli, come per esempio Pier Luigi Bersani, che voteranno sì anche per rispetto della disciplina di partito. Una questione che sentiamo anche noi, del resto”.

La replica di Poletti

“Atteggiamento prevedibile” quello della minoranza Pd per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che osserva: “C’è una discussione che va avanti da tempo, loro fanno una valutazione diversa. Tuttavia anche chi non ha condiviso alla fine ha apprezzato i miglioramenti e ha riconosciuto il lavoro svolto”.

 

GM