Pd nella bufera, scontro Orfini-Cuperlo

Matteo Orfini (screenshot Fatto Quotidiano Tv)
Matteo Orfini (screenshot Fatto Quotidiano Tv)

I parlamentari Pd che hanno votato contro il Jobs Act ieri alla Camera? “Primedonne, vittime di protagonismo a fini di posizionamento interno”, anzi “gente che ha ingoiato senza dar cenni di sofferenza il voto sul pareggio di bilancio in costituzione e la legge Fornero”. A sostenerlo, citato dal ‘Corriere della Sera’, il presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini, a cui replica con una lunga nota su Facebook il suo predecessore, Gianni Cuperlo: “Può darsi siano parole che tu non hai pronunciato mai e in questo caso leggerò con sollievo una smentita”.

“Io so che in queste settimane con quelle colleghe e colleghi abbiamo discusso per ore sul merito del provvedimento che ieri non abbiamo votato. So che abbiamo detto pubblicamente, anche davanti a te alla direzione del nostro partito, e poi nel gruppo parlamentare, le ragioni di una distanza dalle scelte che si stavano compiendo in materia di licenziamento, demansionamento e altro”, sostiene Cuperlo, per il quale chi ha votato in dissenso sono “solo donne e uomini con le loro convinzioni e la loro coerenza”.

Cuperlo ricostruisce quindi le fasi che hanno portato all’elezione di Orfini a presidente del partito: “Sono stato anch’io per qualche settimana presidente della nostra assemblea. Poi ho lasciato quel posto per le ragioni che sai. Qualche mese dopo un capo della tua corrente è venuto a chiedermi di non ostacolare la tua candidatura allo stesso incarico. Avevi, avevate già compiuto una scelta convinta e legittima di pieno sostegno e ingresso nella maggioranza uscita vincente (che dico, stravincente) dal congresso. Non credo che la mia opinione sulla tua elezione a presidente dell’assemblea abbia avuto qualche influenza o peso. Ma non ho avuto dubbi nel dire che mi pareva un’ottima soluzione per la qualità della persona”.

“Dovresti essere presidente di garanzia”

Le accuse di Cuperlo divengono poi pesantissime: “Ti ho votato come presidente del nostro partito. Che dovrebbe essere una figura di garanzia verso tutti. Personalmente non mi sognerei mai di dire che la posizione di altre e altri, tra di noi, quando si esprime sul merito del provvedimento o di una legge risponde ad altre logiche che non siano quelle dichiarate. Mi piacerebbe che nel nostro partito questo principio fosse condiviso da tutti. Ma sarebbe giusto che a condividerlo fosse almeno il nostro presidente”.

Infine la replica alla frase di Orfini: “Questa è tutta gente che ha ingoiato senza dar cenni di sofferenza il voto sul pareggio di bilancio in costituzione e la legge Fornero”. Spiega Cuperlo: “Non è ‘gente’, Matteo. Sono parlamentari del partito che tu presiedi. Ciascuno di loro ha una biografia, risponde alla sua comunità politica e di territorio. Sul pareggio di bilancio e sulla legge Fornero abbiamo detto e scritto non poche cose. Sulla seconda, in particolare, la battaglia per chiudere la pagina vergognosa degli esodati transita di decreto in decreto per estendere la platea dei salvaguardati”.

Controreplica di Orfini

Al leader della minoranza Pd arriva la controreplica di Orfini: “Quelle parole le ho dette e le ho dette perché le penso”. Il presidente Pd ritiene che “ieri è successa una cosa molto grave. E per me dolorosa”, perchè “se tutti ci comportassimo come ieri avete fatto voi, questo partito diventerebbe uno spazio politico, e non un soggetto politico (per citare Bersani). E non durerebbe a lungo”. Ridadisce poi Orfini, fino a qualche mese fa tra le voci più critiche del partito: “Io non sono ‘entrato in maggioranza’ per il semplice fatto che per me non esistono più una maggioranza e una minoranza del Pd: esiste il Pd, in cui ci sono donne e uomini liberi che si impegnano, pensano, combattono per migliorare la situazione del nostro malandato Paese”.

Ancora più critico con Cuperlo il deputato del Pd Fausto Raciti, segretario regionale della Sicilia: “Col non voto avete detto a tutti coloro che hanno migliorato il testo della delega e si sono assunti la responsabilità di fare politica, che sono dei fessi. Cercare di lucrare consenso su questo sforzo a danno di tutti gli altri ferisce davvero la buona fede e la serietà di coloro i quali l’hanno messo in opera. Almeno non fate gli offesi. Offeso sono io”. E’ veramente difficile pensare che possa andare avanti a lungo una convivenza forzata.

 

GM