Ungheria, lo spot della polizia che colpevolizza le donne vittime di violenza

Stupro Ungheria
Proteste contro la violenza sulle donne (Attila Kisbenedek/Getty Images)

Ieri si è celebrata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. A New York, l’Empire State Building e il palazzo dell’Onu si sono illuminati all’unisono in arancione per la prima volta, colore che vuole simbolizzare un futuro in cui le donne non dovranno più temere violenze. Nei giorni scorsi, però, un assist, culturalmente errato, a chi commette tali abusi è giunto ancora una volta dalla polizia ungherese. Le forze dell’ordine di Vas hanno diffuso un video intitolato “Selfie”, liberamente visionabile su Youtube, che veicola il messaggio secondo cui per evitare gli stupri le donne dovrebbero evitare di flirtare, di divertirsi, infine di rendersi e sentirsi belle. Un messaggio inaccettabile, che colpevolizza le vittime e che offre degli alibi agli stupratori. “Sono rimasta scioccata – ha detto Reka Safrany, responsabile di un’associazione che riunisce diverse organizzazioni per la tutela delle ungheresi – queste sono campagne non professionali, che mettono sotto accusa le vittime”. La polizia ungherese era già nell’occhio del ciclone per aver diffuso un altro video con lo slogan “Tu puoi fare qualcosa per questo, tu puoi fare qualcosa contro questo”, nel quale si mostrava un gruppo di giovani donne impegnate a danzare e bere con uomini in un nightclub, col successivo assalto sessuale a una di loro da parte di uno straniero. Alle richieste delle associazioni per le donne di rimuovere il cortometraggio e di modificarne la prospettiva, la polizia continua a replicare che il flirt incrementa il rischio di violenza.

C.M.

https://www.youtube.com/watch?v=KOC3C362yD0