Nuovo monito da Draghi: crescita europea a rischio, la Bce non può fare tutto

Mario Draghi (Getty Images)
Mario Draghi (Getty Images)

Crescita e inflazione troppo basse. Arriva un nuovo avvertimento dal presidente della Bce Mario Draghi, che invita l’Eurozona a fare di più. Le prospettive di crescita dei Paesi dell’area euro “sono circondate da diversi rischi al ribasso“, ha detto oggi Draghi parlando al Parlamento finlandese. Il presidente della Bce ha poi rivendicato il merito delle misure eccezionali adottate dalla Banca centrale europea per contrastare la crisi, sostenendo che vi sono “già indicazioni tangibili che l’attuale pacchetto di credit easing sita portando tangibili benefici“. Tuttavia, ha precisato Draghi, “se dovesse essere necessario contro un’inflazione bassa troppo a lungo” la Bce è pronta a nuove misure non convenzionali e lo staff è al lavoro su questo. Un annuncio già ripetuto da Draghi nei giorni scorsi, oggi forse rafforzato dato che si è trovato a parlare davanti ai deputati della Finlandia, uno dei Paesi Ue più inflessibili in tema di rigore.

Draghi, però, ha ammonito l’Europa a impegnarsi di più per contrastare la bassa crescita e uscire dalla crisi economica: “Tutti gli attori politici – sia a livello nazionale che europeo – devono fare la loro parte” per la riduzione del debito, l’aumento della crescita potenziale e la solidità dell’euro, ha sottolineato, perché la Bce non può farsi carico della crescita da sola. Inoltre, ha aggiunto, l’Eurozona ha bisogno di “condividere ulteriormente sovranità” sulle politiche economiche nazionali, attraverso un “salto in avanti dalle regole comuni verso istituzioni comuni“. Un invito ad una maggiore integrazione anche questo ripetuto.

Appena una settimana fa, il presidente della Bce aveva avvertito che “la situazione dell’inflazione nell’Eurozona è diventata sempre più difficile” e che la Banca centrale europea sarebbe stata pronta a prendere tutte le misure necessarie, anche procedendo a nuovi acquisti di titoli di Stato. Un’ipotesi di intervento su cui è però arrivato il parere contrario della Bundesbank di Weidmann. E forse per questo oggi ha insistito sui rischi dell’attuale situazione economica europea. Draghi aveva anche sollecitato i Paesi europei ad attivarsi per “una vera unione economica e monetaria“, “non solo nel settore bancario, ma nei mercati dei capitali e delle politiche di bilancio”. Davanti al Parlamento europeo, il presidente della Bce aveva già parlato di una ripresa economica a rischio a causa del rallentamento della crescita e aveva chiesto ai Paesi Ue un maggiore impegno sulle riforme strutturali.

Ieri intanto, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Junncker ha presentato al Parlamento di Strasburgo il suo piano di investimenti straordinari per l’Europa da 315 miliardi di euro, dei quali peraltro sono effettivi solo 21 miliardi. L’aspettativa è quella che ci siano investitori, sia privati che pubblici, come gli Stati i cui contributi volontari al Fondo europeo non saranno conteggiati nel deficit, pronti a scommettere sull’Europa, grazie anche alla garanzia fornita dalla Bei, la Banca europea per gli investimenti. Ma se non è l’Europa a scommettere su se stessa è difficile che siano altri a farlo. Ed è proprio questo l’invito che Mario Draghi non si stanca di ripetere alle autorità europee.

Valeria Bellagamba