Pantelleria in festa, lo Zibibbo è patrimonio dell’umanità

Zibibbo (foto Tore Urnes, licenza CC-BY-SA-2.0)
Zibibbo (foto Tore Urnes, licenza CC-BY-SA-2.0)

Lo Zibibbo, noto anche come Moscato di Pantelleria,  è stato inserito nella prestigiosa Lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità redatta dall’Unesco, della quale erano entrati a far parte, negli ultimi anni, nove zone delle Dolomiti, la dieta mediterranea, l’Etna e Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato.  “Nessun Paese, prima dell’Italia, è mai riuscito ad iscrivere nella Lista una pratica agricola”, il primo commento, arrivato da Parigi, del comitato che ha proposto la candidatura del prezioso vitigno, da cui si ricava appunto lo Zibibbo.

Ha raccontato Pier Luigi Petrillo, primo sostenitore della candidatura: “Fino a stamani i giochi erano ancora aperti ma dopo un ulteriore negoziato, al momento del voto, tutti i 161 Stati sono stati d’accordo nel riconoscere la pratica di Pantelleria come patrimonio dell’umanità. All’unanimità: un grande successo dell’Italia che all’Unesco si conferma una vera e propria potenza cultura”. Soddisfazione da parte del ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, a margine della trasmissione ‘Porta a Porta’: “Siamo orgogliosissimi del fatto che l’Italia ancora una volta in sede Unesco segni un punto di grande qualità e una novità di grande portata”.

In festa l’isola siciliana, con il sindaco, Salvatore Gabriele, che commenta: “Credo che sia una grande scommessa, un grande elogio a una comunità che, nei secoli, ha saputo trasformare luoghi impervi in terrazzamenti dove si produce un prodotto straordinario. Ora dobbiamo lavorare con il Ministero e la Regione Sicilia a un piano di gestione sull’alberello, dove poter declinare tutta una serie di attività di tutela e valorizzazione della pratica agricola e del vigneto pantesco”. Esulta anche la Coldiretti, attraverso il suo presidente nazionale, Roberto Moncalvo: “È un atteso riconoscimento al lavoro di intere generazioni di agricoltori che hanno realizzato nel tempo un territorio unico ed inimitabile di una bellezza straordinaria ma capace anche di esprimere produzioni da primato conosciute ed apprezzate in tutto il mondo”.

Prossimo obiettivo: la pizza napoletana

Secondo la Coldiretti, ora occorre lavorare perché anche la pizza napoletana venga inserita tra i Patrimoni dell’Unesco: “La pizza napoletana dal 4 febbraio 2010 è stata ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita dall’Unione Europea, ma ora l’obiettivo è quello di arrivare ad un riconoscimento internazionale di fronte al moltiplicarsi di atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell’identità”.

“Per questo la Coldiretti collabora alla petizione lanciata sulla piattaforma Change.org” – conclude Moncalvo – “insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde per garantire pizze realizzate a regola d’arte con prodotti genuini e provenienti esclusivamente dall’agricoltura italiana e combattere anche l’agropirateria internazionale”.

 

GM