
Montecitorio ha approvato la Legge di Stabilità con 324 sì, 108 no e 3 astenuti. Dopo che il governo ha incassato la fiducia sui tre maxi-articoli in cui è stata suddivisa la legge di stabilità, oggi la Camera ha dato il suo via libera alla manovra e al ddl bilancio. Dalla prossima settimana la legge approderà al Senato dove sono ancora molti i nodi da sciogliere. È a Palazzo Madama che è stato demandato il lavoro di modifica del testo, già rivisto a Montecitorio.
Irap e partite iva
Per prima cosa la partita fiscale, dagli aggiustamenti sull’Irap a quelli sui minimi e le partite Iva. Si vorrebbe intervenire sull’Irap a favore delle piccole e medie imprese, con aumento delle franchigie, e sulle partite Iva elevando da 15 mila a 20 mila euro la soglia per accedere al regime forfettario.
Fondi pensione e Tfr
L’esecutivo si accinge inoltre a «correggere» l’aumento della tassazione sui rendimenti dei fondi pensione e sulla rivalutazione del Tfr. Si parla di portare il prelievo sulla previdenza integrativa al 17%, contro l’iniziale aumento al 20%. Potrebbe invece essere limitato al 20% – e non più al 26% – l’incremento per i fondi delle casse previdenziali, nel caso in cui questi riconvertano gli investimenti all’estero su attività economiche italiane. La questione è stata rimandata al Senato per avere più tempo per il confronto tra chi all’interno dell’esecutivo – in particolare a Palazzo Chigi – vorrebbe mantenere l’aumento previsto dal ddl al 26%, e chi invece vorrebbe contenere l’incremento.
Tassazione degli immobili
Il passaggio palazzo Madama, potrebbe essere decisivo anche per la tassazione sulla casa, con l’introduzione della nuova local tax che incorpori, in via semplificata, i due livelli di tassazione: l’Imu e Tasi. Si parla di un contenimento delle aliquote tra il 2,5 e il 5 per mille sulla prima casa e tra l’8 e il 12 per mille sulla seconda. Per le detrazioni si partirebbe invece da 100 euro. L’accorpamento di Imu e Tasi comporterebbe anche un trasferimento ai Comuni del gettito Imu sugli immobili di categoria D e allo Stato dell’addizionale Irpef, che andrebbe a “ricongiungersi” con l’imposta sul reddito.
Regioni
Al Senato si dovrà inoltre affrontare anche la questione Regioni, visto che la Camera si è impegnata solo su quelli ai Comuni. Si tenterà di ridurre l’impatto della spending review che il governo ha portato da 4 miliardi. Diversamente, lo Stato potrebbe intervenire sul patto della Salute a favore degli degli enti locali. Dovrà essere inoltre trovata una soluzione per i dipendenti delle Province.
Secondo il Governo la manovra nel suo complesso comporterà effetti espansivi sul bilancio dello Stato di circa 6,7 miliardi di euro nel 2015 e di circa 2,9 miliardi di euro nel 2016. Da domani governo e Parlamento riprenderanno il lavoro sugli emendamenti. E’ previsto un ennesimo passaggio alla Camera, il terzo, prima di fine anno.
ADB