Renzi: “Ue deve cambiare verso nella propria direzione economica”

Matteo Renzi (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
Matteo Renzi (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è intervenuto alla riunione plenaria della Conferenza degli Organi parlamentari specializzati negli Affari dell’Unione dei Parlamenti dell’Unione Europea (Cosac) in Aula del Senato.

“In questo momento l’Europa è ad un bivio cruciale. Perché vive una fase di profonda stagnazione economica e soprattutto ideale”, ha esordito Renzi, ricordando lo slancio del “movimento antieuropeista che sta crescendo in tutti i paesi” e il “grave problema di disaffezione dei cittadini”.
Per cui il premier ha ribadito la linea che ha intrapreso fin dall’ingresso nel semestre italiano alla presidenza Ue quello di un ritorno alla speranze per le nuove generazioni tanto che l’Ue “o cambia verso nella propria direzione economica o corre il rischio di diventare la cenerentola dei paesi globali”.
E’ necessario per il premier italiano che l’Europa inizi a “correre, ingranare un’altra marcia, se stiamo fermi altri non aspettano i nostri tempi. Le politiche messe in atto andavano bene per porre un freno alla crisi ma non vanno bene per il rilancio”.

Europa flessibile e vicino ai cittadini

“Vogliamo un’Europa fedele al patto di stabilità ma che si ricordi che quel patto ha un nome e un cognome: si chiama Patto di stabilità e di crescita”, ha poi aggiunto il premier che parlando del piano Juncker, precisando che “va nella direzione giusta come metodo perché sottolinea la necessità di fare investimenti senza i quali non c’è futuro, anche se a nostro giudizio va rafforzato. C’è ancora un po’ di timidezza sugli investimenti, ci vuole più coraggio”.
L’Europa non è un alibi per l’Italia che ricorda Renzi “deve fare le riforme che servono per la crescita e le sta facendo. Ma se non cambia verso sarà un problema non solo per noi ma per tutti i Paesi e per tutti gli europei”.
Un’Europa prigioniera della burocrazia che deve intraprendere un percorso in direzione dei cittadini per incarnare “un’espressione carica di valore futuro”.
Tanto che sottolinea Renzi, senza la flessibilità, “l’unione delle due Germanie non sarebbe stata possibile. Quella flessibilità richiesta dal 2003, fu approvata da un semestre italiano e consentì di violare quel limite del 3% in cui noi continuiamo a credere”.

Immigrazione e xenofobia

Tra gli altri temi affrontati dal premier anche quello dell’immigrazione, per cui afferma Renzi, “l’accoglienza indiscriminata favorisce l’emergere di xenofobia e razzismo, servono regole chiare. Ma il Mediterraneo non deve essere considerati solo come frontiera dell’Italia o di Malta”.
“C’è bisogno di considerare quello che accade nel Mediterraneo, con la Libia che è ormai fuori controllo perché si è intervenuti nell’immediato ma non si è costruito il futuro. Il Mediterraneo è va affrontato come un grande tema politico altrimenti non ci sarà nessuna battaglia vincente contro l’immigrazione selvaggia”.
Una situazione che si riflette sulla crescita della xenofobia, per cui per il premier “il grande tema delle periferie” che vanno convertite in “luogo della ripartenza, costruendo strutture sportive o asili nido, altrimenti si lascia spazio solo alla propaganda xenofoba”.

Antieuropeismo

Il premier aveva anticipato il tema crescente dell’antieuropeismo anche nell’intervista rilasciata ieri a Lucia Annunziata nell’ambito del programma “In Mezz’ora”, andato in onda su Rai Tre.
Renzi ha parlato dei timori dei dissidi emersi nel centro sinistra e sottolineando che “l’alternativa è una destra con nome e cognome, la destra di Marine Le Pen in Francia” e non quella di una nuova forza di sinistra.
E così, Renzi riferendosi al leader della Lega Nord, Matteo Salvini che ha riscosso il sostengo del Front National, ha detto che “scommette sulla disperazione degli italiani, noi sul loro coraggio”.

C.D.