
Al termine di una giornata travagliata, si è conclusa poco fa al Senato la votazione riguardante la fiducia posta dal governo sul Jobs Act. A votare a favore della fiducia sono stati in 166, contrari invece 112. Molte le assenze tra le fila di Forza Italia, come quelle di Mariarosaria Rossi, Giulio Tremonti e Sandro Bondi. Assenti anche, tra gli altri, gli ex 5 Stelle Orellana, Pepe, Casaletto, De Pietro e Mastrangeli. Si tratta comunque di assenze non decisive, visto il cospicuo scarto di quaranta voti. A sorpresa, la senatrice del Movimento 5 Stelle, Serenella Fucsia si è astenuta.
Il Pd, attraverso la senatrice Annamaria Parente, ha difeso in Aula il provvedimento, che permette di “creare un terreno favorevole di accesso al lavoro”. Secondo l’esponente dem, “la ratio profonda del Jobs Act è creare terreno per favorire l’accesso al lavoro di nuovi assunti soprattutto a tempo indeterminato”, inoltre vi è “l’impegno a non lasciare solo nessuno in tutto l’arco di vita lavorativa con solide politiche attive”. Nel pomeriggio, era arrivato l’ok “responsabile” da parte della minoranza Pd.
In dissenso con il gruppo del Partito democratico ha votato Corradino Mineo: “Non voterò la fiducia sulla legge delega perché ritengo che il governo stia abusando in modo grave di questo istituto. L’8 ottobre ha chiesto una prima volta la fiducia in Senato, ritenendo il testo immodificabile, poi, invece, ha lasciato che la Camera cambiasse quel testo, per imporre di nuovo la fiducia in Senato, quando sarebbe bastata una sola seduta per discutere tutti gli emendamenti. C’è da chiedersi se questa assemblea non sia stata sciolta a sua insaputa”.
Oltre a motivazioni di carattere tecnico, il senatore è entrato nel merito della questione: “Non votero inoltre perché la legge delega molto al governo. E le dichiarazioni del Premier contro il sindacato e quelle in cui tratta i lavoratori dipendenti i privilegiati di un sistema di apartheid, non lasciano ben sperare”. Mineo si è quindi scusato “con i senatori del Partito Democratico, con i quali ho condiviso questi 21 mesi di passione, se non posso questa volta far prevalere le ragioni della solidarietà e della comune responsabilità, ma sento di dover seguire l’idea che ho sempre avuto di sinistra e verità”.
GM