
Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha tentato di spiegare l’altissimo debito pubblico italiano, che, stando all’ultimo dato della Banca d’Italia relativo a settembre, si attesta a 2.134 miliardi di euro, ed è pure in calo (dopo il record di 2.168,6 miliardi toccati lo scorso luglio). Il nostro debito pubblico chiuderà il 2014 al 132,2% del Pil, secondo le stime della Commissione europea, per salire ancora fino ad arrivare al 133,8% del Pil nel 2015, il picco massimo a cui dovrebbe seguire la discesa. “Il debito italiano non continua a salire e se sale non è colpa dell’Italia“, ha detto Padoan, spiegando: “Se ci fosse un’inflazione in equilibrio all’1,8%, una crescita reale dell’1% e una crescita nominale di circa il 3%, il debito pubblico sarebbe in un sentiero di discesa rapidissimo“. La colpa, dunque, sarebbe della crisi economica.
Ad ogni modo, secondo il Ministro dell’Economia “il debito italiano è sostenibile“, questo è possibile grazie al “surplus primario, che solo la Germania con l’Italia ha mantenuto positivo”, ha precisato Padoan, tornando a difendere le politiche economiche sue e del governo Renzi: Il ministro dell’Economia italiano è intervenuto ieri ad una conferenza stampa con il Ministro dell’Economia tedesco Wolfgang Schaeuble, davanti ad imprenditori e finanzieri tedeschi desiderosi di sapere di “quanto debito” abbia “ancora bisogno l’Italia per tornare a crescere”. Padoan ha affermato che per rilanciare la crescita nel nostro Paese “non ci sono scorciatoie” e, come aveva scritto nella lettera inviata al Corriere della Sera, non ci sono nemmeno “bacchette magiche“: “Bisogna affrontare i problemi profondi alla radice della crescita insufficiente“, ha chiarito il ministro, indicando tre pilastri per la crescita: riforme, maggiore integrazione del mercato interno europeo e investimenti.
“L’Europa non sta andando bene – ha detto ancora Padoan -, rischiamo non vada bene neanche in futuro. Dobbiamo rimetterla in condizione di tornare a produrre crescita, benessere e occupazione”, ha sottolineato.
Dal canto suo, il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto che non vorrebbe essere nei panni di Padoan per il difficile lavoro sulle riforme che sta affrontando il governo italiano. Quindi, Schaeuble ha precisato che l’Italia sta andando nella “giusta direzione” con le riforme e che ha molto rispetto per quanto fatto finora su questo fronte.
Intanto, però, mentre Padoan dichiarava che il debito pubblico italiano è “sostenibile” e che il governo sta lavorando per la crescita, l’agenzia di rating Standard&Poor’s declassava il nostro Paese a BBB-, appena un gradino sopra il livello spazzatura. Il merito di credito dell’Italia è così passato da BBB con outlook negativo a BBB- con outlook stabile. I motivi di questo taglio di giudizio sono impietosi: un debito pubblico troppo alto e in aumento e soprattutto una crescita troppo bassa e non destinata a riprendersi a breve. “Un forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e bassa competitività, non è compatibile con un rating BBB, secondo i nostri criteri”, è la sentenza di Standard&Poor’s. L’agenzia ha riconosciuto che “Renzi ha fatto alcuni progressi con il suo Jobs Act, ma non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine“, secondo l’agenzia “il già elevato tasso di disoccupazione, potrebbe peggiorare“.
V.B.