
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha incontrato questa mattina al Viminale il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro; sul tavolo del vertice, gli sviluppi delle indagini sul sistema mafioso nella Capitale, che avevano messo all’ordine del giorno anche l’ipotesi di scioglimento per il Comune di Roma. Il prefetto aveva sottolineato che “la procedura prevede che io mi confronti con il ministro dell’Interno, il quale potrebbe poi portare la questione al Consiglio dei ministri per l’eventuale scioglimento del Comune”.
Secondo quanto invece si apprende dal Viminale, al termine dell’incontro, il ministro Alfano ha delegato il prefetto a “esercitare i poteri di accesso e di accertamento” degli atti del Comune di Roma, confermando dunque quella che era l’ipotesi più accreditata nei giorni scorsi. Contro l’ipotesi di scioglimento, si era detto nelle scorse ore il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Sono valutazioni che spettano agli organi preposti, ma questo era l’obiettivo di chi si organizzava contro l’arrivo di Marino in Campidoglio, visto come garante della legalità e della pulizia”.
Ieri sera, intervistato da ‘Quinta Colonna’ su Retequattro, il ministro Alfano aveva spiegato: “Valuteremo il da farsi. Credo ci sia un giudizio tecnico da cui deve nascere la proposta di sciogliere la Giunta comunale, ma sta emergendo un quadro che investe anche amministrazioni precedenti: quella di Gianni Alemanno e anche la precedente”. Secondo il responsabile del Viminale, “come topi nel formaggio, queste persone si annidavano in tutte le forze politiche. Il formaggio era dalla gestione delle strade, ai campi Rom”.
Ha proseguito Alfano: “Parlo da uomo politico e non da ministro: la mia sensazione è che queste persone tendessero ad allargare il formaggio per mangiare di più. Per chi, come me, fa una politica onesta, non ruba, questi soggetti fanno un enorme danno. Noi che lottiamo per lasciare ai nostri figli un Paese migliore, proviamo un sentimento di indignazione grandissimo e la nostra battaglia è la certezza della pena per chi verrà condannato”.
Al via interrogatori di garanzia
Sull’ipotesi scioglimento si è espresso anche Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale: “Per lo scioglimento del Consiglio comunale non basta la mera commistione, occorre che vi sia un’infiltrazione mafiosa in tutte le strutture del Comune, amministrative, di governo e rappresentative, in particolare un’intrusione strutturale negli organi politici di governo”.
Sono iniziati intanto stamattina gli interrogatori di garanzia nei confronti di otto persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta ‘Mondo di mezzo’ e poste ai domiciliari: si tratta di Rossana Calistri, Franco Cancelli, Patrizia Caracuzzi, Raniero Lucci, Sergio Menichelli, Marco Placidi, Emanuela Salvatori e Mario Schina, che dovranno rispondere a vario titolo dei reati di turbativa d’asta, corruzione aggravata e rivelazione del segreto d’ufficio davanti al gip della Capitale, Flavia Costantini.
A Roma, intanto, non si attenua il clima di tensione: stamattina alcuni lavoratori della cooperativa 29 giugno, insieme ad attivisti di Action, di altre reti sociali e dei movimenti e collettivi studenteschi, hanno occupato simbolicamente l’assessorato comunale alle Politiche sociali. Sabato prossimo, inoltre, è stata convocata una manifestazione che verrà lanciata ufficialmente domani in un’assemblea al Cinema Palazzo. Lo slogan del corteo è “Roma si ribella”, con tanto di claim che riprende un brano degli Assalti Frontali: “Questa città di chi pensi che sia?”.
GM