
L’Ecofin, il Consiglio dei Ministri dell’Economia e delle Finanze, che si è tenuto ieri a Bruxelles, ha preso importanti decisioni in tema di segreto bancario e di norme fiscali per le società multinazionali. Riguardo a queste ultime, i ministri economici europei hanno apportato importanti modifiche alla direttiva “madri-figlie”, che regola i rapporti tra le società capogruppo e le controllate sulla tassazione dei profitti delle multinazionali. La direttiva, che risale al 2011, era stata approvata per evitare che i profitti delle multinazionali fossero approvati due volte, pertanto obbligava gli Stati Ue a non tassare i profitti che le società capogruppo (madri) ricevevano dalle controllate (figlie) presenti in altri Paesi membri; dove i profitti erano già tassati. Questa normativa però ha lasciato campo libero agli abusi e agli accordi fiscale di favore tra Stati e multinazionali, che hanno consentito alle grandi società di beneficiare di forti sgravi fiscali anche nei Paesi dove di fatto realizzavano i loro profitti. Come accaduto in Lussemburgo con lo scandalo LuxLeaks all’epoca in cui l’attuale presidente della Commissione europea Jean-Claude Jucnker era Primo Ministro del Granducato. Ora, proprio per evitare queste conseguenze, l’Ecofin ha introdotto nella direttiva “madri-figlie” la clausola anti-abuso, che impedisce ai governi dei Paesi Ue di “concedere i benefici della direttiva sulle sussidiarie agli accordi che non sono ‘genuini’ e sono stati realizzati per ottenere un vantaggio fiscale, senza riflettere la realtà economica”, si legge in una nota dell’Ecofin. Soddisfazione è stata presa a questo riguardo al Ministro italiano dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha chiuso l’ultimo Ecofin sotto il semestre italiano di presidenza Ue: l’accordo sulla nuova norma, ha detto Padoan, “consentirà agli Stati membri di combattere meglio la pianificazione fiscale aggressiva da parte dei gruppi di imprese, garantendo in questo modo una più equa imposizione sulle imprese nell’Unione europea”.
Non solo, Il Consiglio dei ministri economici della Ue ha anche approvato in via definitiva la norma sullo scambio automatico obbligatorio di informazioni fiscali tra Paesi, norma che di fatto mette fine per sempre al segreto bancario in Europa. Lo scambio automatico di informazioni tra autorità fiscali dei Paesi membri della Ue è stato esteso a dividendi, interessi, rendite finanziarie e altri profitti. In questo modo i contribuenti europei non potranno più nascondere in un altro Paese europeo capitali tassabili e allo stesso tempo, con questa nuova normativa viene migliorata l’efficienza della riscossione delle imposte. Padoan ha definito la nuova normativa “un passo cruciale nella lotta all’evasione” fiscale: “Segna la fine del segreto bancario nell’Unione europea”, ha sottolineato.
Niente da fare, invece, per la Tobin Tax, la discussa tassa sulle transazioni finanziarie invisa ai britannici, la cui introduzione è stata rinviata a gennaio. Sarà la Lettonia, Paese europeo a cui spetterà la presidenza di turno del Consiglio europeo, a dover promuovere l’accordo per l’applicazione della tassa, che comunque riguarderà solo 11 dei 28 Paesi europei, quelli che hanno acconsentito alla sua introduzione, nell’ambito di una cooperazione rafforzata.
V.B.