“Storie pazzesche”: recensione

Manifesto_ONLINE_DATAStorie pazzesche è il film diretto dall’argentino Damián Szifron, prodotto da Pedro Amodóvar e distribuito in Italia da Lucky Red. La pellicola uscirà l’11 dicembre nelle sale.

Si tratta di un’opera divisa in sei episodi, uniti da alcuni temi comuni: parlano tutti di catarsi, vendetta, distruzione e dell’innegabile piacere di perdere il controllo. Spesso penso alla società capitalista occidentale come a una specie di gabbia trasparente che ci rende insensibili e distorce i nostri rapporti con gli altri. Questo film racconta le storie di alcuni individui che vivono dentro questa gabbia senza esserne consapevoli. E quando arrivano al punto di rottura, esplodono. Ad esempio, c’è chi si vendita riunendo in un aereo tutte le persone che lo hanno maltrattato in passato, c’è un boss della malavita che entra in una tavola calda e incontra una cameriera che reclama la morte paterna causata dal suo smisurato ego, ci sono due automobilisti che da un banale alterco finiranno per litigare violentemente, c’è un ingegnere che vuole giustizia per le multe inflitte ai cittadini, c’è un incidente automobilistico che evidenzia una spirale di gente corrotta, e infine c’è chi celebrerà un matrimonio che in realtà si rivelerà un vero e proprio incubo.

E infatti, si sa che le ineguaglianze, le ingiustizia e le pressioni del mondo in cui viviamo generano stress in molte persone. Alcune, però, scoppiano e danno sfogo alla propria ira repressa. Questo film parla proprio di loro. Vulnerabili di fronte a una realtà che cambia continuamente e che all’improvviso può diventare imprevedibile, i protagonisti di Storie pazzesche oltrepassano il labile confine tra civiltà e barbarie. Il tradimento di un marito, il ritorno a un passato doloroso e la crudeltà quotidiana, portano alla follia i personaggi del film, ma non si tratta di mera pazzia, perché è catartica, liberatoria. Infatti, i protagonisti non sono serial killer di professione o criminali, ma sono semplici esseri umani delusi, preoccupati, umiliati e stanchi degli infausti colpi del destino. Sono persone in carne e ossa con tutte le loro fragilità, le loro debolezze e soprattutto con i nervi scoperti. Sono masochisti per amore ed esasperati per ribellione.

E passando dal farsesco all’assurdo, dal realistico al grottesco, le vicende narrate in Storie pazzesche offrono un vortice di sentimenti primitivi che mettono in mostra la nostra natura irascibile, indocile e combattiva. E il cineasta Damián Szifron è molto bravo a compiere quest’operazione di messa a nudo in presa diretta, tant’è che regala al pubblico una black commedy frizzante, graffiante, sfrenata e tragicomica, che riecheggiando Un giorno di ordinaria follia, diverte, rivelando il lato dannoso, fiero e indomito del cuore umano.

Silvia Casini