Mafia Capitale, Marino: “Finiti gli affari per questi signori”

Ignazio Marino (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)
Ignazio Marino (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

Partecipando oggi all’iniziativa pubblica “Affari, criminalità, corruzione: cambiamo tutto” organizzata da ‘Sinistra ecologia libertà’ al Teatro Ambra Jovinelli, il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha chiarito, facendo riferimento all’inchiesta sul sistema di appalti nella Capitale: “Gli affari per quella gente sono finiti, nella nostra amministrazione posto per quelle persone non c’è. Credo che chi ha creato discontinuità, chi nelle intercettazioni era visto come un nemico da far cadere, debba andare avanti e continuare l’amministrazione sana e pulita di questa città”.

“Roma è composta nella stragrande maggioranza da persone perbene che non possono, con lo scioglimento del Comune per mafia, essere buttate nel fango come quelli che andrebbero invece portati in prigione per poi buttare le chiavi”, ha spiegato Marino, a cui ha fatto eco Massimiliano Smeriglio, vicesegretario di Sel e vicepresidente della Regione Lazio: “Dobbiamo provare a prendere atto di ciò che è accaduto in città senza sconti, guardandoci accanto e dentro, capire quali sono le responsabilità, sostenere l’azione della Procura e avviare una fase di rinnovamento in Campidoglio, ma sostenendo con convinzione l’esperienza e la discontinuità del sindaco Marino”.

Smeriglio ha proseguito: “Sarebbe paradossale che una vicenda criminale che nasce nel cuore dell’amministrazione Alemanno fosse pagata da qualcun altro. Quindi non sono d’accordo e credo ci sia lo spazio per un governo della città con Marino nelle condizioni attuali”. Presente all’incontro anche Nichi Vendola: “Credo che ci sia una capillarità della presenza di reti criminali e affaristico-corruttive in tutta Italia e penso ci vogliano norme di legge severe e una battaglia politico-culturale contro la corruzione”.

Quindi ha chiosato: “Se l’Italia è in testa alle classifiche internazionali per il degrado della vita pubblica, per la permeabilità della pubblica amministrazione e della politica ai fenomeni corruttivi, se la corruzione mangia come un cannibale ogni anno risorse straordinarie alla collettività, se tutto questo è vero la risposta del governo mi pare più propagandistica che efficace”.

Carminati trasferito a Tolmezzo

Intanto, resta in carcere Massimo Carminati, uno dei principali indagati nell’inchiesta, che è stato anche trasferito, insieme a molti altri degli arrestati nell’operazione ‘Mondo di mezzo’, nel penitenziario di massima sicurezza di Tolmezzo. Il trasferimento si è reso necessario per una questione di “incompatibilità ambientale”, viene spiegato da fonti interne agli inquirenti.

L’inchiesta va avanti, dunque, gli interrogatori anche: lunedì avranno luogo quelli di di Rocco Rotolo e di Salvatore Ruggero, accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso in quanto ritenuti responsabili di aver assicurato il collegamento tra il clan dei Mancuso, egemone nella provincia di Vibo Valentia, ed alcune cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi. Proprio dai rapporti tra sistema mafioso della Capitale e altre organizzazioni malavitose del Mezzogiorno d’Italia potrebbero arrivare altre clamorose novità che ne testimoniano la stretta connivenza, già peraltro evidenziate dal procuratore aggiunto di Roma, Michele Prestipino, nel corso della sua Audizione in Commissione Antimafia.

 

GM