
Fa ancora discutere il testo del Decreto legislativo di attuazione della Legge delega 67/2014 varato in Consiglio dei Ministri, lo scorso 3 dicembre, che depenalizza i cosiddetti reati minori, ovvero quelli che prevedono una pena detentiva non superiore ai 5 anni o una pena pecuniaria.
Un ventaglio di reati che spaziano dalla truffa, all’istigazione a delinquere, l’evasione, l’omicidio colposo, il furto, la malversazione ai danni dello Stato fino al maltrattamento di animali.
Un decreto fortemente criticato, lo scorso 15 dicembre, dalla deputata Fi Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, quando stava presentando con l’oncologo Umberto Veronesi, il manifesto con la richiesta di fare aggiornare al Parlamento la Carta costituzionale per l’inclusione della tutela dell’ambiente e degli animali tra i principi fondamentali della Costituzione.
La Brambilla che aveva annunciato di aver “depositato una proposta di legge per rivedere l’articolo 9 della Costituzione, inserendo la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e di tutte le specie animali laddove oggi è tutelato solo il paesaggio”, ha poi definito il decreto che depenalizza i reati minori “molto pericoloso”.
“Sicuramente daremo battaglia”, ha pertanto affermato la Brambilla, spiegando che “non si può con un colpo di spugna cancellare i reati considerati meno gravi, perché questo vorrebbe dire che tutte le conquiste per punire il maltrattamento verso gli animali, come il traffico di cuccioli, i combattimenti e tutti i reati a danno dei nostri piccoli amici, verrebbero d’un tratto cancellati”.
Questa mattina, anche due parlamentari del Partito Democratico hanno annunciato di aver inviato una lettera al Ministro della Giustizia per rivedere lo schema del decreto.
“Chiediamo al ministro Orlando di modificare lo schema di decreto sulla non punibilità per tenuità del reato, salvaguardando la funzione deterrente dei reati di maltrattamento degli animali introdotti con la legge 198/2004. Nella sua versione attuale, il testo ha quasi l’effetto di abrogare, di fatto, una legge che è invece il simbolo della trasformazione culturale e dell’evoluzione del nostro ordinamento”, ha dichiarato la senatrice del Pd Silvana Amati che assieme alla Senatrice Monica Cirinnà hanno preso l’iniziativa.
“Lo schema approvato prevede che, prima di avviare l’archiviazione, il Pm senta indagato e parte lesa. È evidente che, al contrario delle vittime delle altre condotte interessate, gli animali non possono contestare la ritenuta tenuità del fatto, creando una situazione di sistematico sbilanciamento del giudizio in favore dell’indagato”, sottolinea la Amati, commentando che “purtroppo, nonostante la costante e fondamentale vigilanza delle associazioni animaliste, può succedere che non vengano tempestivamente informate delle denunce, rimanendo escluse da alcuni procedimenti”.
“Rischiamo, come segnalano da giorni cittadini e associazioni, uno svuotamento della legge 198/2004, che non è certo nelle intenzioni né fra gli obiettivi della legge delega cui si vuole dare attuazione”, ha poi concluso la senatrice.
La depenalizzazione riguarderebbe il 544-bis del Codice penale prevede che “chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 3 a 18 mesi”, a cui segue il 544-ter nel quale viene indicato che “chiunque… cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche, sia punito con la reclusione da 3 mesi a un anno e con la multa da 3000 e 15000 euro. La stessa pena si applica a chi somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero lo sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se ne deriva la morte dell’animale”.
C.D.
Leggi la lista dei reati che potrebbero essere depenalizzati: Decreto legislativo di attuazione Legge delega 67/2014