Nel 2015 drastici tagli alle auto blu

Palazzo Chigi, Roma (Alberto Pizzoli-Getty images)
Palazzo Chigi, Roma (Alberto Pizzoli-Getty images)

Governo deciso a dare un taglio netto alle cosiddette auto blu, ovvero le auto utilizzate dalle pubbliche amministrazioni per esigenze sia di servizio che di rappresentanza e i cui costi gravano sui conti pubblici. Un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ne prevede una graduale riduzione per l’anno prossimo. Il provvedimento, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 dicembre scorso, dispone che ciascuna amministrazione abbia non più di cinque autovetture. I tagli avverranno in questo modo: gli enti che attualmente hanno a disposizione fino a 50 automobili dovranno ridurre il loro parco macchine entro due mesi, mentre quelli che ne dispongono fino a 100 hanno tempo fino a giugno. Oltre il limite di giugno, comunque, la scadenza ultima per mettersi in regola è la fine del 2015.

Nella riorganizzazione del parco auto, il decreto prevede che per le amministrazioni con meno di 50 dipendenti l’auto a disposizione sarà soltanto una; quelle con un numero di addetti tra i 51 e i 200 avranno due autovetture. Se l’amministrazione ha un personale ancora più esteso ma sotto i 400 le auto a disposizione saranno tre, fino a un massimo di cinque per gli enti con oltre 600 dipendenti. Eccezioni sono previste solo per il Presidente del Consiglio e per i vertici del Governo: nel decreto si legge che in aggiunta ai limiti fissati può essere “assegnata un’ulteriore autovettura, in uso esclusivo e limitatamente al periodo di durata dell’incarico, al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri”. Il provvedimento poi stabilisce che le soglie per il numero massimo di auto blu riguardano “ciascuna amministrazione centrale dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ivi comprese le strutture di cui si avvale ciascun Ministro senza portafoglio, le Forze di polizia, le Forze armate e le Agenzie governative nazionali, comprese le agenzie fiscali”. Dunque al momento si tratta di limiti per le sole amministrazioni dello Stato, ad ogni modo, il decreto stabilisce che anche le Regioni e gli altri enti locali debbano adeguarsi a quanto previsto sul taglio delle auto blu.

Inoltre il decreto stabilisce che “l’utilizzo delle autovetture di servizio a uso non esclusivo a disposizione di ciascuna amministrazione” sia “consentito solo per singoli spostamenti per ragioni di servizio, che non comprendono lo spostamento tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario di ufficio”.

Per la cessione delle auto blu in eccesso, il decreto prevede che le amministrazioni facciano ricorso a “procedure di dismissione delle stesse a titolo oneroso”, quindi le mettano in vendita, oppure possono cederle a “titolo gratuito alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale iscritte nell’anagrafe unica delle Onlus”, che prestano “servizi di assistenza sociale e sanitaria”.

La riduzione delle auto blu era già stata prevista nel decreto legge che introduceva il bonus Irpef da 80 euro, convertito in legge a fine giugno. Ora viene ne viene regolata l’attuazione concreta.

V.B.