
Sono stati tutti assolti i vertici della Montedison nel processo che vedeva imputati a Chieti 19 tra ex amministratori, ex dirigenti e tecnici, accusati a vario titolo del disastro ambientale collegato alla mega discarica di veleni industriali di Bussi e alla contaminazione delle falde acquifere della Val Pescara. Gli imputati sono stati tutti assolti per l’accusa di avvelenamento delle acque, mentre il resto di disastro doloso è stato derubricato a “colposo” facendo scattare la prescrizione.
Nel marzo di quest’anno, l’Avvocatura dello Stato ha letto la Relazione dell’Istituto Superiore di sanità (ISS) depositata agli atti, riguardante la contaminazione delle falde acquifere, in cui veniva sottolineato, nero su bianco, che “l’acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole. La qualità dell’acqua è stata indiscutibilmente significativamente e persistentemente compromessa”. L’ISS parlava di “un danno provocato per effetto dello svolgersi di attività industriali di straordinario impatto ambientale in aree ad alto rischio per la falda acquifera e per le azioni incontrollate di sversamento”.
Nella relazione di una settantina di pagine, scritta dai consulenti tecnici dell’Avvocatura dello Stato Pietro Comba, Ivano Iavarone, Mirko Baghino ed Enrico Veschetti si legge che “la mancanza di qualsiasi informazione relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicità di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potrà essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque, ha pregiudicato la possibilità di effettuare nel tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle stesse sostanze dalle acque”.
“Del significativo rischio in essere non è stata data comunicazione ai consumatori che pertanto non sono stati in condizioni di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli”, prosegue la relazione che conclude che ci sono quindi “incontrovertibili elementi oggettivi coerenti e convergenti nel configurare un pericolo significativo e continuato per la salute della popolazione esposta agli inquinanti attraverso il consumo e l’utilizzo delle acque”.
L’ex ministro tra i legali
Tra i legali degli imputati nel processo, figura l’ex ministro della Giustizia Paola Severino, che nella sua arringa aveva espresso un giudizio molto pesante nei confronti della tesi della Procura: “Per dare ragione alla Procura avremmo dovuto avere tra gli imputati la strega cattiva che prende la mela avvelenata e la dà a Biancaneve”. Secondo l’ex Guardiasigilli, “gli imputati sono quindi dei semplici capri espiatori. Non hanno mai dato questa mela volontariamente e non volevano uccidere nessuno”.
GM