Legge di stabilità, la difesa d’ufficio del premier Renzi

Matteo Renzi (VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi (VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)

“La legge di stabilità è assolutamente innovativa: per la prima volta mette più soldi in tasca agli italiani e non li toglie”, queste le prime parole di soddisfazione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dopo l’approvazione in via definitiva (e a tappe forzate) della legge di stabilità, che nelle scorse ore ha avuto l’ok definitivo da parte della Camera dei deputati. Ancora una volta, come avvenuto nei giorni scorsi, è una radio “privata”, Rtl 102.5, ad ospitare un importante intervento del premier.

Renzi ha quindi confermato quanto sostenuto ieri dal presidente Pd, Matteo Orfini: “Non possiamo non inserire nei prossimi mesi un provvedimento ad hoc per i giovani professionisti che non hanno avuto vantaggi dalla legge di stabilità: un intervento correttivo sulle partite Iva è sacrosanto e mi assumo la responsabilità di farlo nei prossimi mesi”. Nel frattempo, da domani verranno presentati in CdM i decreti attuativi al Jobs act.

La legge delega sul lavoro, contestata dalla minoranza Pd, è difesa a spada tratta dal premier: “Sarà più facile assumere, non licenziare. Eliminiamo il più possibile il ricorso ai giudici. Verterà molto attorno all’indennizzo ma quelli che hanno già un contratto mantengono lo statuto del passato: questa normativa si applica ai nuovi ed è un elemento di certezza per loro. Per i nuovi, per i quali già avere un contratto a tempo indeterminato sembra una chimera, il sistema sarà più semplice e flessibile”.

Altro tema che sarà affrontato nel CdM di domani è quello del cosiddetto caso Ilva e anche qui Renzi assicura: “Faremo il risanamento ambientale. Alcuni tecnici mi hanno detto che rischiamo l’accusa dell’Europa per aiuti di Stato. Ma se mettiamo a posto la riqualificazione ambientale per salvare i bambini mi parlate di aiuti di Stato? Io sono più fedele ai bambini di Taranto che a qualche astruso regolamento europeo”.

La corsa al Quirinale

Dopo un breve passaggio su quanto avvenuto all’alba nei pressi di Bologna (“Non vogliamo rievocare parole del passato, è in atto un sabotaggio”), il premier Renzi torna sulla questione della successione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, peraltro apparso tutt’altro che “stanchino” nella giornata di ieri.

“Spero non si giochi a ‘Indovina Chi’ sul capo dello Stato. Quando sarà il momento si troverà un nome che piaccia a tutti. Non ho paura di eleggere il Presidente della Repubblica”, sottolinea Renzi, che ormai replica battuta su battuta alle affermazioni dell’altro Matteo, il suo antagonista politico e segretario della Lega Nord, Salvini: “Con tutto il rispetto per Franco Baresi…posa il fiasco. Riferito a Salvini, naturalmente”.

Il caso marò

Avvicinandosi poi il Natale, il pensiero di Matteo Renzi non può non andare al caso dei due marò coinvolti in un caso di omicidio in India: “Tutto quello che dobbiamo dire lo abbiamo già detto. Ora è il momento di non aprire la bocca. Per la prima volta dopo mesi il governo indiano ha espresso il desiderio di una soluzione condivisa e concertata”.

Il premier, in conclusione, assicura che “il governo è al lavoro con il governo indiano” per riportare a casa Latorre e Girone “in un clima di rispetto istituzionale ma chiediamo che si faccia rapidamente”. Un’operazione mediatica che se riuscisse consentirebbe a Renzi di recuperare un consenso un po’ troppo in affanno.

 

GM