
In un’intervista a Rtl 102.5, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha confermato quanto sostenuto ieri dal presidente Pd, Matteo Orfini: “Non possiamo non inserire nei prossimi mesi un provvedimento ad hoc per i giovani professionisti che non hanno avuto vantaggi dalla legge di stabilità: un intervento correttivo sulle partite Iva è sacrosanto e mi assumo la responsabilità di farlo nei prossimi mesi”.
Parole a cui ha replicato Annagrazia Calabria, capogruppo di Forza Italia in commissione Lavoro alla Camera: “Dopo che per settimane abbiamo denunciato il carattere vessatorio del nuovo regime dei minimi, Renzi se ne accorge a giochi fatti. Perché non è intervenuto prima?”. Secondo la giovane deputata azzurra, “quelli che Renzi definisce, eufemisticamente, ‘minori vantaggi’ per i giovani professionisti, altro non sono che una pesantissima stangata, un tradimento verso chi si impegna per crearsi un lavoro, investendo su se stesso. Oggi, per questi lavoratori al danno si aggiunge la beffa: il solito annuncio del premier, con tanto di rinvio ai prossimi mesi”.
“Sono molto contento delle parole chiare usate oggi dal premier Renzi sul regime dei minimi per le piccole partite IVA”, sostiene invece il sottosegretario all’Economia e deputato di Scelta Civica, Enrico Zanetti, che nelle scorse settimane si era espresso già sulla questione: “Dissi dal primo giorno che il testo normativo messo a punto era perfetto per farci spendere 850 milioni a favore delle partite IVA, cosa meritoria mai fatta prima da nessun altro governo, senza farci incassare alcun meritato applauso, ma addirittura incassando critiche tutto sommato non campate per aria”.
Secondo l’esponente centrista, è sacrosanto “creare i presupposti per far entrare artigiani e commercianti nel regime fiscale semplificato”, ma ciò non può avvenire al prezzo “di sbattere letteralmente fuori tutti i nuovi freelance e professionisti. Per questo avevamo proposto dei correttivi finalizzati a riequilibrare i vantaggi tra categorie di autonomi, ma tant’è”. Ora, spiega Zanetti, “va comunque detto che chi già godeva del previgente regime dei minimi al 5% potrà continuare a goderne fino a naturale scadenza: da questo punto di vista, dire che si alzano le imposte a freelance e professionisti di oggi è sbagliato, ma negare che si toglie una possibilità molto più interessante a quelli che iniziano da domani sarebbe ipocrita”.
Dentro il Pd
Soddisfatto anche il senatore Francesco Verducci, coordinatore nazionale di Rifare l’Italia, corrente del Partito Democratico che ha scelto di allinearsi sulle posizioni della maggioranza renziana: “L’impegno di un provvedimento ad hoc per le partita iva preso oggi è fondamentale per tantissimi, soprattutto giovani. E’ uno dei punti per i quali più ci siamo battuti e che in legge di stabilità ci ha lasciato fortemente insoddisfatti”.
Spiega Verducci: “Nonostante per la prima volta si investano risorse vere (circa 900 milioni) a favore del lavoro autonomo, e artigiani e piccoli commercianti escano rafforzati, le norme su regime dei minimi e aliquote Inps rischiano di compromettere quanto fatto, penalizzando piccole partite Iva e free-lance, professionalità con anni di studio e specializzazioni che rischiano di veder aggravata una situazione già difficile. Per questo è urgentissimo un provvedimento ad hoc che può non solo riparare, ma dare finalmente forza e riconoscimento a mondi delle professioni che sono vitali per tornare a crescere e non possono essere vessati e lasciati soli a se stessi”.
Decreti attuativi al Jobs Act
Nel frattempo, da domani verranno presentati in CdM i decreti attuativi al Jobs act. La legge delega sul lavoro, contestata dalla minoranza Pd, è difesa a spada tratta dal premier anche nell’intervista odierna: “Sarà più facile assumere, non licenziare. Eliminiamo il più possibile il ricorso ai giudici. Verterà molto attorno all’indennizzo ma quelli che hanno già un contratto mantengono lo statuto del passato: questa normativa si applica ai nuovi ed è un elemento di certezza per loro. Per i nuovi, per i quali già avere un contratto a tempo indeterminato sembra una chimera, il sistema sarà più semplice e flessibile”.
Di tutt’altro avviso, il responsabile nazionale lavoro di Sel, Giorgio Airaudo: “Gli annunci sui decreti lavoro, come immaginato, peggiorano l’ampia delega che il governo ha strappato al Parlamento. Domani il Cdm approverà le linee di indirizzo, i titoli di una parte dei decreti attuativi del Jobs Act, in attesa, 30 giorni, del pare non vincolante delle commissioni parlamentari”.
Sottolinea Airaudo: “I decreti monetizzano i diritti e rendono tutti i lavoratori progressivamente precari. Lo chiamano lavoro a tutele crescenti ma i diritti decrescono e in realtà si estende il precariato con un indennizzo crescente e si monetizza il diritto al lavoro. Il diritto al lavoro scambiato, se verranno confermate le indiscrezioni di queste ore, addirittura con un possibile sconto fiscale. In questo modo lo Stato abbandona in solitudine i cittadini nei luoghi di lavoro riducendoli a merci”.
“Nel frattempo” – conclude Airaudo – “il Paese continua ad avvitarsi nella crisi, la disoccupazione è a doppia cifra e tutti i dati ci dicono che gli italiani sono preoccupati per il presente e il futuro del loro lavoro, e hanno paura di scivolare nella povertà. Anche Renzi sa che le misure previste non creeranno occupazione stabile e duratura nel breve termine e quindi guadagna tempo per se e il suo governo sottraendolo ai lavoratori”.
GM