Renzi: il discorso di chiusura del semestre italiano di presidenza Ue

Matteo Renzi (JOHN THYS/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi (JOHN THYS/AFP/Getty Images)

L’apertura del discorso di Renzi al Parlamento Europeo, in occasione del termine dei sei mesi di presidenza italiana, non può che rimandare all’avvenimento che in questi giorni ha prima sconvolto e poi unito tutta l’Europa: la strage di Parigi. Il premier, che domenica era presente insieme a molti altri capi di Stato del mondo alla marcia che ha invaso le strade della capitale francese, ha insistito in vari passaggi del suo discorso sulla necessità di rimanere uniti e non sacrificare la nostra libertà e il nostro modo di vivere di fronte a queste intimidazioni pilotate da lontano: “L’Europa è più grande delle paure e delle minacce, è più forte nei suoi valori di qualsiasi attacco. Quando si pensa di difendere la nostra identità richiudendoci in fortezze in nome della sicurezza, dobbiamo dire che la libertà è la precondizione per la sicurezza. Non c’è sicurezza possibile senza libertà in Europa. I nostri nemici non potendo ucciderci puntano a cambiare il nostro modo di vivere: non possiamo consentirlo a nessuno”.

“Il contrario di identità non è integrazione ma anonimato. Il contrario di integrazione è disintegrazione, rottura, distruzione. Qualcuno in queste ore arriva a dire che dobbiamo vivere impauriti e rannicchiati, ponendo identità e integrazione in contrasto, ma da italiano e uomo di sinistra dico che non lasceremo mai la parola identità a chi grida più forte perché è una parola bella, che esprime il senso profondo di essere europei: sono fiero delle mie radici”, ha continuato Renzi.

Il bilancio dei sei mesi in Ue e Italia

Tracciando un bilancio di questa esperienza, il Presidente del Consiglio ha affermato, sul nostro Paese, che “l’Italia se vuole stare nella competizione globale deve cambiare, in questi sei mesi abbiamo fatto molto. A nostro giudizio stiamo andando nella giusta direzione, ma dobbiamo fare di più. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, a credere nell’investimento sulla flessibilità”. Sulla situazione globale, invece, Renzi ha ammonito: “Credo che o l’Europa cambia marcia nell’economia o diventeremo fanalino coda di un mondo che cambia rapidamente. C’è un’idea dell’Europa che serve al mondo da un lato e dall’altro chi investe sulla demagogia e la paura e vuole rannicchiare i nostri valori in una fortezza. Lo spauracchio della demagogia può portare un decimale di voto in più ma se saremo leader sapremo accettare la sfida di far tornare l’Europa a fare il proprio mestiere”.

“L’Europa costruita in questi anni troppo spesso ha dato l’idea di essere troppo basata su economia, su vincoli e parametri: è stato un errore e il cambiamento della commissione Juncker negli ultimi sei mesi andava immaginato negli ultimi 6 anni”, ha proseguito verso la conclusione Renzi, che, in continuità con la citazione mitologica di Telemaco durante il discorso a giugno, ha richiamato questa volta l’Ulisse dantesco: “Fatti non foste per vivere come bruti ma per seguire virtute e conoscenza. Questo è un grande messaggio. Il Parlamento scelga: o vivere come bruti inseguendo un messaggio demagogico oppure segua la virtù e la conoscenza”.

Omaggio a Napolitano e battibecco con Salvini

Nel discorso del Presidente del Consiglio c’è anche spazio per un omaggio al presidente della Repubblica dimissionario: “Napolitano ha rappresentato anche in questi sei mesi la guida del nostro Paese: Giorgio Napolitano, convinto europeista che proprio in queste ore lascerà il proprio incarico avendo compiuto un lungo percorso di cambiamento e avendo affrontato le difficoltà in Italia con l’intelligenza e la saggezza”.

Non manca, infine, una piccata replica all’affermazione di Salvini: “Il semestre italiano è stato il nulla: lo dimostra quest’aula deserta”, alla quale il premier ha risposto: “Salvini ha fatto bene a sottolineare l’amarezza che i cittadini provano nel vedere le aule vuote del Parlamento: sono molto contento che abbia trovato il proprio banco al Parlamento Ue considerando la larga presenza che ha sui mezzi di informazione italiana e la forse minore presenza all’interno delle istituzioni europee”.

Al termine dell’intervento italiano il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Junker si è complimentato con l’Italia per il “buon lavoro” fatto dall’Italia in questo semestre: “Senza la presidenza italiana la Commissione Ue avrebbe avuto delle difficoltà ad avanzare rapidamente sul Piano degli Investimenti”.

A distanza, si è fatto prontamente sentire Beppe Grillo: “In questo semestre il debito pubblico italiano è aumentato di 74 miliardi, questo semestre è stato fantastico”.

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