
Dati impressionanti quelli esposti dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco sull’economia illegale nel nostro Paese. Nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Antimafia, Visco ha presentato alcuni studi di Bankitalia in materia, sottolineando che le stime dell’istituto sulla quantità di moneta in circolazione “suggeriscono che l’economia illegale in Italia nel quadriennio 2005-2008 potrebbe pesare per oltre il 10% del Pil“. Il governatore della Banca d’Italia ha poi sottolineato che “una maggiore densità criminale fa salire il costo del credito per le imprese e induce una maggiore richiesta di garanzie da parte delle banche con potenziali aspetti negativi su investimenti e crescita”.
L’economia illegale o nera, sottrae risorse allo Stato, crea condizioni di insicurezza economica e sociale per chi ne è vittima, pertanto si traduce in un costo oneroso per la collettività. Il governatore della Banca d’Italia aveva già messo in guardia contro i danni dell'”economia criminale“, evidenziando come la corruzione e un’attività economica connotata dall’illegalità allontanino gli investimenti provenienti dall’estero. Bankitalia aveva anche fatto un calcolo degli investimenti esteri persi dall’Italia a causa della criminalità nell’economia, quantificandoli in circa 16 miliardi di euro per il periodo 2006-2012, pari al 15% degli investimenti dall’estero nel periodo. Per questo Visco aveva avvertito che il “contrasto all’economia criminale” è “precondizione per la crescita economica“. In Italia occorrono istituzioni “qualitativamente simili a quelle dell’area dell’euro”, aveva ribadito Visco.
In merito alla quantificazione dell’economia illegale, la Banca d’Italia ha accertato flussi finanziari anomali tra l’Italia e il resto del mondo. Citando uno studio, condotto da Uif (Unità di Informazione Finanziaria) e da Bankitalia, sui bonifici bancari in partenza dal nostro Paese, Visco ha spiegato che i flussi finanziari diretti verso i “paradisi fiscali” sono “il 36% più elevati di quelli verso altri Paesi esteri”. Una percentuale abbastanza significativa ed emblematica del denaro che esce dall’Italia per sfuggire all’imposizione fiscale nel nostro Paese o per nasconderne la provenienza illecita. Somme dunque sottratte al fisco ed un’economia viziata che non ci possiamo più permettere.
V.B.