
Gli Usa starebbero seriamente pensando di armare l’Ucraina mentre i separatisti filorussi affiancati dalle truppe di Mosca vogliono ripristinare la leva obbligatoria per portare al fronte altri 100mila miliziani. Queste due notizie non lasciano presagire nulla di buono e dovrebbero far riflettere molto tutti noi che spesso osserviamo annoiati gli eventi ucraini come se non ci riguardassero.
Senza voler fare allarmismi inutili o catastrofismi sarebbe utile comunque rileggersi qualche libro di storia e soprattutto le parti in cui vengono spiegate come sono iniziate le guerre. Partite pure dalla Prima guerra mondiale. Il casus belli è sempre un evento apparentemente insignificante, di portata non globale, ma locale. Gli Stati coinvolti inizialmente sono piccoli (in questo caso l’Ucraina) e gli interessi in gioco sembrano territoriali. Poi però si capisce che non è così dalle dichiarazioni degli Stati più grandi, poi si capisce che gli interessi che ci sono dietro sono altri, più importanti. E a questo punto ci si chiede: questi interessi potrebbero portare ad una guerra su larga scala?
Obama non ha ancora deciso, ma molti elementi sembrano spingerlo verso l’armamento a Kiev; infatti analizzando la questione Washington si è convinta dell’inferiorità strategica delle truppe ucraine nei confronti di un avversario che può contare sull’enorme aiuto russo. Poi c’è il fallimento delle sanzioni europee che anziché convincere Putin sembrano dargli ancora più forza. Dall’altro lato, come abbiamo accennato, c’è un esercito già appoggiato da migliaia di soldati russi e che potrebbe aumentare molto il numero di soldati tra le proprie fila con la chiamata alle armi obbligatoria.
E’ palese che la diplomazia stia fallendo clamorosamente così come sono evidenti le colpe dell’Unione Europea, sempre più divisa al suo interno sul tipo di risposta da dare alla Russia. Atteggiamenti filorussi anche tra i 28 stati membri hanno portato a sanzioni leggere che, pur creando difficoltà all’economia russa, non sono state in grado di fungere da vero deterrente. Dove non arriva la politica purtroppo spesso arrivano le armi. E, mentre la Nato continua a spingere per una soluzione diplomatica, molti osservatori hanno già espresso l’idea che il rischio di una guerra su larga scala sia non solo reale, ma imminente.
F.B.