
La Giordania «ha distrutto il 20% delle capacità militari dell’Isis». In 3 giorni i raid di rappresaglia che hanno colpito «56 obiettivi». E’ un comunicato dell’esercito di Amman a fare il punto. Dopo aver colpito i centri di coordinamento il primo giorno, armi e depositi quello successivo, il terzo «abbiamo colpito i militanti, dove mangiavano e dormivano». La Giordania continuerà la sua offensiva contro lo Stato Islamico finché il gruppo «non sarà annientato» ha ribadito il comandante delle Forze aeree giordane Mansour Jbour, in una conferenza stampa tenuta nella base militare ad Amman. «Continueremo i raid, ma in linea con i nostri piani operativi» ha aggiunto il militare svelare i dettagli delle operazioni. La tv di Stato giordana ha riferito che i caccia hanno colpito “basi del gruppo terroristico” alcune delle quali nella città siriana di Raqqa, roccaforte degli jihadisti.
La violenza dell’offensiva giordana è confermata dalle voci che provengono dall’interno del territorio controllato dallo Stato Islamico “Raqqa brucia. Cadono bombe ovunque, i raid si susseguono uno dopo l’altro. Abbiamo contato almeno 47 morti di Isis». Sono alcune delle dichiarazioni rilasciate sui social network da parte dei residenti della città, considerata la capitale dello Stato Islamico in Siria. La risposta degli jihadisti per il momento è affidata alla Rete, dove è stato pubblicato il nome di trenta piloti giordani che parteciperebbero ai raid. Ci sono i loro indirizzi di casa e le solite minacce di morte. E i piloti replicano pubblicando la foto: «Siamo qui, non abbiamo paura. Veniamo a darvi la caccia».
L’offensiva di Amman sta raccogliendo intanto i primi sostegni da parte del mondo arabo. Secondo l’agenzia di stampa statale Wam gli Emirati Arabi Uniti avrebbero ordinato a un intero gruppo di volo costituito da un numero imprecisato di caccia-bombardieri F-16 di ”assistere il Paese fratello” e contribuire agli attacchi aerei di Amman contro le postazioni dello Stato Islamico in Siria e in Iraq. Gli F-16 stazionaranno in Giordania per tutto il tempo delle operazioni. L’ordine è stato emesso dal principe ereditario Sheikh Mohammed bin Zayed Al Nahyan, erede al trono Abu Dhabi e numero due dello stato maggiore. Nel documento si legge che la decisione intende riaffermare la «solidarietà risoluta e costante alla Giordania e al suo ruolo di guida e ai suoi immensi sacrifici per la sicurezza e la stabilità della regione, rappresentanti dal pilota eroe Muath al Kassasbeh ».
Armando Del Bello