Muore sulla barella al Cardarelli, giallo e polemiche

ospedale Cardarelli (screenshot Youtube)
ospedale Cardarelli (screenshot Youtube)

E’ un vero e proprio giallo quello del 68enne morto venerdì scorso al Cardarelli, su una barella della Medicina d’urgenza, il cui caso era stato denunciato da ‘Repubblica’; secondo il direttore sanitario di presidio Franco Paradiso “non sono emerse irregolarità o violazione dei protocolli da parte di medici dei reparti interessati”. Spiega il dirigente dell’ospedale: “Il paziente è stato ricoverato il 16 febbraio ed è stato operato al femore il 18. Verso le 5 del 20 febbraio, si sono manifestate complicazioni cardio-vascolari ed il paziente è stato trasferito in chirurgia d’ urgenza e trattato da un rianimatore, ma è deceduto alle 9”. In tutto il 68enne sarebbe rimasto “non più di tre ore”.

Secondo quanto racconta il quotidiano romano, dopo l’intervento l’anziano sta bene, è contento “e tutto è riuscito benissimo”. Intorno alle tre inizia a star male e gli viene diagnosticata glicemia alta, normale peraltro in un paziente diabetico. Il malessere aumenta. Si decide così il trasferimento in Medicina d’urgenza. Staziona su una barella, alle quattro viene ricevuto dal medico, che lo attacca alla flebo. Alle sette il 68enne muore. I parenti sono sotto choc. La salma viene messa a disposizione della Medicina Legale del Nuovo Policlinico.

I congiunti, dopo che il caso è emerso, spiegano: “Tutto quello che avete ricostruito è drammaticamente vero e per noi, inspiegabile. Un intervento chirurgico che era andato benissimo, un malessere che è arrivato all’improvviso a far precipitare le cose, poi c’è stato il trasferimento nella notte da un reparto all’altro, quella barella su cui è avvenuto l’irreparabile. Per questo siamo confusi, e sotto choc, oltre che addolorati. E ora vorremmo nominare un nostro perito per l’autopsia. Per capire che cosa è successo. Ma non avevamo fatto ancora alcuna denuncia, perché abbiamo sempre avuto fiducia nella magistratura”.

Sulla vicenda è intervenuta il ministro alla Sanità Beatrice Lorenzin, in una intervista a ‘Repubblica’: “Non mi esprimo su quel caso perché non lo conosco. Il Cardarelli, come altri ospedali soprattutto nelle regioni in piano di rientro, ha il problema di essere al centro di una rete territoriale che non da alternative in fatto di pronto soccorso. Così finisce che le persone vanno a cercare aiuto nell’unico punto di riferimento rimasto in una certa zona. Una cattedrale nel deserto che oltretutto per alcune specialità offre assistenza di alto livello, quindi attrae”.

GM