Renzi: “In P.A. serve un salto di qualità”

Matteo Renzi (FREDERICK FLORIN/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi (FREDERICK FLORIN/AFP/Getty Images)

Intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola unica dell’intelligence, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha sottolineato: “Sta cambiando molto nella struttura del nostro paese e la grande riforma, da quella istituzionale a quella elettorale alla Pa fino alla giustizia, entro l’anno sarà realizzata”. Secondo il premier, “modificare le regole del gioco serve a preservare le istituzioni e non a metterle in discussione. E la stabilità del governo può consentire ai politici di evitare di condizionare i tecnici e ai tecnici di non pensare di sostituire i politici”.

Renzi è poi entrato nello specifico della riforma della Pubblica Amministrazione, annunciata da mesi: “Serve un salto di qualità nella Pubblica amministrazione. Può sembrare strano che lo dica chi ha parlato di rottamazione ma la nostra ansia di cambiamento non è in contrasto con la grande questione istituzionale di solidità della Pubblica Amministrazione”.

Il premier sarà nel pomeriggio a Genova, per una visita a sei mesi dall’alluvione, annunciata attraverso un intervento sul Secolo XIX: “La visita di oggi a Genova segna un principio, nel duplice significato di valore di riferimento e di punto di partenza. Mesi fa, quando la città venne invasa, di nuovo, dalle acque e i cittadini si tirarono su le maniche per ricostruire, ripartire, con l’energia di chi troppe ne ha subite, avevo detto che non sarei venuto a fare passerelle, che non mi sarei presentato a Genova se non per dare il via ai lavori perché una simile vergogna non accada mai più”.

Un plauso poi agli “angeli del fango”, che – scrive Renzi – “ho imparato a conoscere da quando ero scout, andando a dare una mano in Umbria o a Pietrasanta, e ascoltando i racconti di Firenze, dell’Arno”. Da loro, “possiamo e dobbiamo soltanto imparare. Da quella determinazione, da quel sacrificio, da quel dono di sé senza attendersi niente in cambio, se non il rispetto e la riconoscenza. Oggi ci siamo, da qui si riparte, proprio dal Bisagno”.

GM