
Si chiama infibulazione, si tratta della mutilazione genitale femminile praticata in molti Paesi africani per motivi culturali. Di fatto è una tortura che porta a conseguenze anche molto gravi a cui molte donne sono obbligate dalle proprie famiglie al fine di preservarne la verginità sessuale. Per fortuna lo sdegno che tale pratica ha suscitato in tutto il mondo sta iniziando ad avere i suoi effetti.
La Nigeria infatti ha emanato un dispositivo di legge che penalizza ulteriormente la pratica tristemente diffusa in larga parte nelle comunità tribali dello Stato africano. Chi venisse accusato di aver praticato una infibulazione verrebbe quindi condannato a quattro anni di galera e 200.000 naira (ovvero 1000 euro) di multa. Le organizzazioni per i dritti umani fanno sapere che sono quasi 20 milioni le donne nigeriane che sono state sottoposte a mutilazione genitale e secondo le stime dell’Unicef, datate 2013, sarebbero più di 125 milioni di donne e ragazze, a oggi e in tutto il mondo, ad aver subito la procedura di infibulazione o altro tipo di mutilazioni femminili, ancora attuate in 29 Paesi in tutto il Mondo, di cui solo 2 al di fuori dell’Africa.
F.B.