
“Se dimentichi le pinze fischiettando ti dirò: Fi fi fi fi fi fi fi fi ti devo una pinza, fi fi fi fi fi fi fi fi, ce l ‘ ho nella panza”, così nel loro brano più celebre, “La Terra dei Cachi”, seconda classificata al Festival di Sanremo del 1996, Elio e le storie tese ironizzavano sulla malasanità italiana. Se però una pinza da 30 centimetri viene davvero scordata nella pancia di una paziente, allora c’è ben poco da ridere e la sfortunata chiede ovviamente che le venga resa giustizia.
La vittima dell’assurdo errore è una 65enne finita al San Camillo Forlanini per un problema al colon, che si è affidata all’esperienza della squadra guidata dall’ex primario del reparto di Chirurgia d’urgenza, Donato Antonellis. L’operazione sembra essere andata bene, ma dopo qualche giorno la donna ha dolori lancinanti alla pancia, non riesce nemmeno a reggersi in piedi, e chiede ai figli di accompagnarla al pronto soccorso, dove le viene diagnosticata un’occlusione intestinale. Grande lo stupore dei medici quando, da successivi accertamenti, scoprono che c’è appunto una pinza nella pancia della donna.
I fatti risalgono al 17 luglio del 2011: la donna sporge querela e nelle scorse ore il tribunale di Roma ha deciso di rinviare a giudizio 5 medici dell’ospedale San Camillo, tra cui appunto l’ex primario, che all’epoca dei fatti era arrivato a dichiarare: “Sono cose che purtroppo capitano anche se non dovrebbero mai accadere. C’è stato un errore, che è stato però rimediato in maniera brillantissima”. Di parere del tutto opposto il pubblico ministero Attilio Pisani, che ha disposto il rinvio a giudizio dei dottori e che sostiene l’accusa nel processo arrivato in piena fase dibattimentale.
Secondo l’accusa, i medici sarebbero colpevoli in particolare di “imprudenza per non aver controllato con la massima cura il numero degli strumenti utilizzati per l’esecuzione del primo intervento”. La “dimenticanza” ha cagionato alla donna “lesioni personali giudicate guaribili in un tempo non superiore a 40 giorni”. Secondo la pubblica accusa rappresentata da Pisani, insomma, gli imputati avrebbero contribuito “a cagionare alla paziente le lesioni in questione, consistite nell’insorgenza di un’occlusione intestinale secondaria all’abbandono nella cavità addominale di un paio di pinze chirurgiche che imponeva l’esecuzione di un nuovo intervento di chirurgia finalizzato alla rimozione del corpo estraneo”.
GM