
Quando stavano scattando quella foto non potevano sapere quello che sarebbe accaduto di lì a poco. Erano giovani, tutti sorridenti e si sentivano protagonisti e portatori di un cambiamento nel loro Paese, la Turchia. Tutti quei giovani volti sorridenti erano appartenenti ai ragazzi della Federazione dei giovani socialisti, un gruppo di attivisti in partenza per Kobane dove avrebbero dovuto costruire una biblioteca, ripiantare alcuni alberi in un bosco e realizzare un parco giochi. In quel momento stavano festeggiando a Suruc, città turca al confine con la Siria, il successo alle elezioni dell’Hdp, il partito filocurdo.
Ora non potranno fare nulla di tutto quello che avevano in programma perché pochi istanti dopo quel selfie in cui molti di loro ridono e fanno il segno della vittoria con le dita, un kamikaze 18enne si è fatto esplodere provocando la morte di almeno 30 persone. La ragazza in primo piano è Madersahi Barajyikna. Lei è ancora viva e su Twitter ha scritto: “Io sono viva, sto bene, la ragazza con la maglietta bianca dietro di me è morta”.
I ragazzi che hanno perso la vita avevano tutti dai 18 ai 30 anni e in tutti c’era la speranza di poter cambiare un Paese, un modo di pensare, uno stile di vita. La speranza di cambiamento non morirà anche se molti di loro non potranno più testimoniare la loro voglia di credere in qualcosa di diverso.
F.B.