
L’idea del governo è quella di risparmiare circa 10 miliardi con i tagli e la razionalizzazione delle spese della sanità. Il provvedimento sarà in queste ore in aula al Senato e le polemiche non mancano con le regioni preoccupate per i tagli e i cittadini che si chiedono cosa cambierà per loro nella prassi comune.
Il premier Matteo Renzi ha provato a calmare le acque: “No agli allarmismi, sulla sanità si lavora soprattutto alla razionalizzazione e alla riduzione delle centrali di spesa”. Dal canto suo il commissario alla revisione della spesa Yoram Gutgeld, intervistato da Repubblica, prova a spiegare così i tagli che avverranno: “Ci sono ospedali che hanno squilibri nella gestione economica di decine di milioni, dovremo intervenire. Noi crediamo che sia giusto prevedere che questi ospedali facciano uno sforzo per equilibrare la gestione economica nell’arco di un determinato numero di anni”. Sotto la lente d’ingrandimento anche i medici e la cosiddetta “medicina difensiva”, ovvero “esami prescritti per non incorrere nel rischio di cause legali dei pazienti”. D’ora in poi i medici dovranno stare molto attenti a prescrivere esami di laboratorio, analisi e controlli perché qualora fosse appurato che non erano necessari ci sarà una multa che andrà direttamente a decurtare lo stipendio del medico.
Dunque per i pazienti si tratta di un importante cambio di paradigma dato che finora era prassi comune che il medico dopo un primo sguardo generico prescrivesse praticamente per qualsiasi disturbo esami d’approfondimento. Adesso bisognerà tornare a fidarsi un po’ di più dei medici di famiglia e loro dovranno fidarsi un po’ di più delle loro capacità diagnostiche.
F.B.