
Bassissima affluenza e un’altra vittoria per Alexis Tsipras. Una vittoria netta e tuttavia non decisiva, come le precedenti, per l’ex premier e il suo partito Syriza. Secondo quanto indicano i primi dati ufficiali dello scrutinio diffusi dal ministero dell’Interno greco, l’affluenza alle urne è stata del 51,75%, la più bassa dal 1946, quando andò a votare circa il 53% dei greci. A disertare le urne sarebbe stato soprattutto l’elettorato più giovane. Chi ha scelto di votare ha votato Syriza, ancora. Ma Tsipras e il suo partito sarebbero costretti ad un compromesso perché la maggioranza assoluta manca. Secondo i primi dati ufficiali con il 9% delle schede scrutinate il partito dell’ex premier avrebbe ottenuto il 34,9% dei voti. Nea Demokratia il 28,7%. Terzo si conferma Alba Dorata, il partito di estrema destra che ha realizzato l’unico exploit di di queste elezioni raggiungendo il 7,32%. Unità Popolare fondato dai fuoriusciti di Syriza non riuscirebbe a superare la soglia di sbarramento del 3% necessaria a entrare in Parlamento, e si fermerebbe al 2,78. Secondo Olga Yerovasili, portavoce di Syriza, il suo partito è in netto vantaggio e si dice certa che il divario su Nea Demokratia aumenterà. Intanto il leader dei conservatori, Vangelis Meimarakis, si è congratulato con Alexis Tsipras ammettendo la sconfitta. Il sistema elettorale greco prevede l’assegnazione di un premio di maggioranza di 50 seggi, sui 300 dai quali è composto il Parlamento, al partito che ottiene più voti alle urne. Secondo le prime proiezioni, Syriza potrebbe contare su 144 seggi ed essere costretta ad una coalizione dove potrebbero confluire i socialisti del Pasok, i centristi democratici di “To Potami” i Greci indipendenti di Kammenos e eventualmente altri piccoli partiti vicini al centro. Una colazione di cui si diceva certo l’ex Ministro Yanis Varoufakis ad urne ancora aperte: “Le elezioni di oggi servono per annullare il peso di quel 62% di coraggiosi che dissero “no” a luglio e per formare un governo costituito da partiti impegnati ad attuare un programma progettato per fallire. Mi dispiace ma Syriza non esiste più. Ciò che accaduto dopo il 12 luglio è una resa del nostro governo”
ADB