Femminicidi: il 25 % delle vittime aveva denunciato l’aggressore

Esposizione contro il femminicidio (getty images)
Esposizione contro il femminicidio (getty images)

“Da gennaio 2015 a oggi, in soli 9 mesi, le vittime del femminicidio sono già 88, con un incremento di circa l’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’emergenza, è evidente, non ha subito alcuna battuta d’arresto”. Sono i dati, allarmanti, diffusi dall’associazione Sos Stalking sulle vittime e sul fenomeno del femminicidio. E, spiega l’associazione, “di malagiustizia si muore più che di omicidio. Una significativa percentuale delle vittime (circa il 25%) aveva denunciato, spesso anche ripetutamente, il persecutore, prima di essere tragicamente uccisa da chi non avrebbe nemmeno dovuto più avvicinarsi. Le cronache ci hanno purtroppo abituato a episodi di quotidiana violenza, che spesso vedono coinvolte le donne. L’ultimo caso riguarda Vincenza Avino, uccisa a colpi d’arma da fuoco per strada a Napoli, dall’ex compagno più volte denunciato per stalking dalla donna. Dopo un periodo agli arresti domiciliari l’uomo è stato rimesso in libertà e a nulla è valsa la misura cautelare del divieto di avvicinamento. Ma se a fronte della denuncia il magistrato non dispone il carcere, né gli arresti domiciliari, né altre misure cautelari come il braccialetto elettronico, la tutela per le vittime è totalmente azzerata”. La diretta conseguenza, sottolinea Sos Stalking, “è il calo della fiducia nella giustizia da parte delle vittime, che non sentendosi protette, denunciano meno”. Secondo l’associazione, “nel 2013 i femminicidi sono stati 179, 110 nel 2014. Se in Italia il quadro è piuttosto allarmante e non sembra avere una soluzione immediata, negli Usa la misura cautelare del braccialetto elettronico è invece ampiamente utilizzata: più di 100.000 detenuti in libertà vigilata e molestatori sessuali indossano il braccialetto elettronico negli Stati Uniti a fronte di 90 in italia nel 2014. Nel 2015 il numero è aumentato di poco, ma è gravemente insufficiente a fronte dell’attuale numero di detenuti in attesa di processo, che ammonta a circa 17000. I motivi? Il braccialetto elettronico costa. I dati ufficiali dell’amministrazione penitenziaria parlano di circa 100-120 euro al giorno per ciascun braccialetto. Le casse dello Stato, quindi, hanno permesso finora di noleggiarne soltanto una manciata”.

MD