Siria, oltre 60 raid russi contro 50 obiettivi dell’Isis

Russian President Vladimir Putin attends a meeting of the Collective Security Treaty Organisation (CSTO) in Dushanbe on September 15, 2015. AFP PHOTO / RIA NOVOSTI / MIKHAIL KLIMENTYEV        (Photo credit should read MIKHAIL KLIMENTYEV/AFP/Getty Images)
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Un bilancio notevole quello degli ultimi quattro giorni per i raid russi in Siria. Oltre 60 hanno colpito 50 obiettivi appartenenti all’Isis.  Secondo quanto dichiara Andrei Kartapolov, vice capo dello stato maggiore russo “abbiamo diminuito il potenziale combattivo dello Stato islamico”. Le Ong però denunciano che raid russi sono stati lanciati anche su obiettivi non Isis e che almeno 39 sono i civili rimasti uccisi, insieme a 14 jihadisti: questo è quanto a riporta l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) citato dalla televisione panaraba Al Jazira. Dei miliziani uccisi, 12 appartenevano all’Isis e 2 al Fronte al Nusra. Venerdì scorso i caccia russi  hanno colpito Qaryatain,130 chilometri a nord-est di Damasco, una zona controllata da Isis dove lo scorso 21 agosto i miliziani distrussero l’antico monastero di Mar Elian del V secolo. Nella zona si trovano anche tra i più importanti giacimenti di gas del paese. E’ stato distrutto anche un centro di comunicazione in provincia di Aleppo, un campo di militanti e un centro operazioni nella provincia di Idlib , un posto di comando a Hama. Tutti questi obiettivi sono stati  classificati da Mosca come Isis, ma in zone che in realtà sono controllate da Al-Nusra, branca siriana di Al-Qaida, o da altri gruppi di ribelli che combattono Assad e sono anche sostenuti dall’Occidente. Intanto l’ufficio dell’inviato speciale dell’Onu in Siria, Staffan de Mistura.l’Onu, ha comunicato che sono stati sospesi gli interventi umanitari nelle zone della Siria interessate dal recente intensificarsi delle attività militari. E se fino a pochi giorni fa venivano smentite le tempistiche precise riguardo l’intervento militare russo in Siria, Alexei Pushkov, presidente della Commissione Esteri della Duma, ha rilasciato in un’intervista alla  tv francese Europe 1, anticipando che “gli attacchi aerei in Siria dovrebbero durare tre-quattro mesi”.

Lo scetticismo degli Stati Uniti

Obama non ha esitato a dire la propria “il problema è Assad e le sue brutalità contro il popolo. Il problema Assad deve finire. Iran e Russia sono le ragioni per le quali Assad è ancora al potere», ha tuonato il presidente. Il regime di Assad «cadrà, ma gli Usa non possono imporre una soluzione militare”, sottolineando che “Putin è andato in Siria perché il suo amico Assad è debole. Non gli bastava più dare soldi. Ha dovuto mandare uomini. Solo Iran e Russia sono con Assad. Tutto il resto del mondo è con noi”. Il presidente degli Stati Uniti ha profondamente criticato Mosca, accusandola di non fare distinzioni tra i gruppi estremisti e l’opposizione moderata e definendo l’appoggio di Putin ad Assad “un disastro”. I raid russi, secondo l’America, starebbero rafforzando l’Isis.

Hollande e Merkel

Anche la Francia fa sentire la sua preoccupazione a riguardo, Hollanden afferma  come sia “importante” che Mosca rispetti la promessa fatta, ovvero che gli obiettivi russi sono gli stessi di quelli della coalizione guidati dagli americani. Secondo la Merkel “l’azione militare da sola non permetterà di risolvere questione siriana”. La cancelliera ha quindi spiegato che serve una “soluzione politica che tenga conto anche degli interessi dell’opposizione”. Intanto si attende il prossimo vertice per la verifica degli accordi di Minsk, sull’Ucraina, con la partecipazione anche del presidente ucraino, Petro Poroshenko. E’ previsto che la Siria e la questione internazionale creata dai raid russi saranno oggetto di discussione, creando non poche tensioni.

Roberta Garofalo