Caso “scontrini”, Renzi: “Vicenda totalmente inventata”

Matteo Renzi (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Intervenendo durante il programma ‘Attenti a noi 2’ su Radio 24, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha detto la sua sul caso delle spese sostenute quando era presidente della Provincia e poi sindaco di Firenze, ribattendo: “Quello che mi stupisce è che su una vicenda totalmente inventata io poi devo rispondere più volte. Ci sono i fatti e i fatti sono testardi. Siamo stati i primi a mettere online le spese del comune, il lavoro sulla trasparenze e la pubblicazione dei dati è evidente ed infatti io non avevo la carta di credito del comune”.

Il caso nasce dalle parole di Lino Amantini, titolare del ristorante “Da Lino”, a Firenze, intervistato da ‘Il Fatto Quotidiano’: “Matteo era sempre qui, mai solo e portava la qualunque. Amici, familiari. Ricordo benissimo che tre giorni prima di avere l’ultimo figlio venne con l’Agnese qui, aveva il pancione. Non toccatemi l’Agnese, eh, che è proprio bravissima, una persona meravigliosa guardi ed è rimasta quella di sempre, non è cambiata d’una virgola, first lady o no”.

“Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui dentro? Un’infinità. E poi si mandava la fattura direttamente in Comune. Infatti da quando Matteo è andato a Roma m’è calato parecchio l’incasso”, aveva sottolineato il ristoratore, mentre nei giorni successivi ‘Il Fatto’ aveva insistito sulla vicenda, ponendo a Renzi alcune osservazioni. Anche la Corte dei Conti, una volta emersa la vicenda, ha deciso di vederci chiaro e di aprire un’istruttoria. La magistratura contabile ha precisato che si tratta di un atto dovuto, anche per valutare nella sostanza le affermazioni riportate nell’articolo.

I precedenti

Non è peraltro la prima volta che Renzi è oggetto di attenzione da parte della magistratura contabile: lo scorso febbraio è stato assolto in Appello dalla condanna comminata in primo grado dalla Corte dei Conti con l’accusa di danno erariale; la sentenza riguardava l’inquadramento di quattro persone nelo staff dell’attuale premier all’epoca della sua presidenza della Provincia, nel quinquennio 2004-2009. Renzi venne condannato nel 2011 a 50mila euro di multa, di cui 14mila a suo carico, per un danno erariale quantificato dalla Procura contabile in 2 milioni e 155mila euro.

Un altro presunto danno erariale stimato tra i 200mila e gli 800mila euro, e ancora legato ad assunzioni non regolari, sempre nel periodo in cui era presidente della Provincia di Firenze, viene contestato al premier. Nello specifico, si tratta dell’assunzione di quattro direttori generali, nonostante la legge ne prevedesse solo uno.

GM