Spara e uccide un ladro, la sua versione non convince gli inquirenti

Scena del crimine (Getty Images)
Scena del crimine (Getty Images)

Non si placano le polemiche sull’uso eccessivo della legittima difesa, dopo la reazione del proprietario di una villetta alle porte di Milano, che l’altra notte ha ucciso un ladro che tentava il furto nel suo appartamento. L’uomo, Francesco Sicignano, anni 65, pensionato, ex imprenditore immobiliare, è indagato per omicidio volontario e ieri si è ritrovato sotto casa un piccolo corteo capeggiato da Riccardo De Corato e Carlo Fidanza, esponenti milanesi di Fratelli D’Italia, che hanno intonato l’inno di Mameli e sono rimasti lì, finché il proprietario dell’abitazione non si è affacciato dal balcone per salutarli.

“Non volevo che morisse”, si è giustificato più volte ai carabinieri il 65enne, che peraltro ha chiamato immediatamente l’ambulanza dopo aver ferito a morte il malvivente, ma ci sono nella sua versione dei fatti alcuni elementi che non tornano. Sicignano ha raccontato: “Ho sentito dei rumori e mi sono svegliato, ho preso la pistola e sono uscito dalla stanza da letto. A quel punto mi sono trovato davanti una sagoma che aveva un arnese in mano e ho esploso un colpo. Poi sono corso fuori, ho visto altre due ombre che fuggivano e ho sparato in aria due volte. Soltanto dopo mi sono reso conto delle condizioni di quel ragazzo”.

L’uomo dunque si sarebbe preoccupato dell’arnese in mano al giovane ladro, che sarebbe una torcia, inoltre il corpo del malvivente era sulla scala tra secondo e primo piano, dunque fuori dalla casa. Sicignano e i suoi familiari affermano a tal proposito che i complici “dopo lo sparo hanno provato a portarlo fuori per scappare”, per poi abbandonarlo dopo pochi passi. Resta improbabile che il ladro abbia provato a fuggire da solo, visto che era stato colpito in pieno al cuore. Ci sono tre precedenti tentativi di furto che l’uomo sostiene di aver subito e infine pesano in questa vicenda i precedenti penali di Sicignano, uno dei quali – scrive il ‘Corriere della Sera’ – sarebbe “vecchio e per un reato piuttosto grave”.

GM