
«Non ho avuto rapporti turbolenti col presidente del Consiglio perché nell’ultimo anno non ho avuto rapporti” ha detto l’ormai ex Sindaco Ignazio Marino a chi le chiedeva dello “stato dell’arte” tra lui e il premier Matteo Renzi. Marino non esita a descrivere Renzi come un Giuda. «Chi mi ha accoltellato ha 26 nomi e cognomi e un solo mandante. Certo quando un familiare ti accoltella, pensi se è stato un gesto inconsulto o un gesto premeditato? Io questa riflessione non l’ho ancora fatta. Ma non mi fa piacere vedere da democratico – ha detto ancora – che il PD è andato dal notaio con chi ha militato nel partito di Berlusconi». Una coda al veleno a cui il premier Renzi ha replicato a stretto giro di posta: «Marino non è vittima di una congiura di palazzo: è stato un sindaco che ha perso contatto con la sua città, con la sua gente” ha detto nel corso di un’intervista a Bruno Vespa «al PD interessa Roma, non le ambizioni di un singolo, anche se sindaco. E per questo faremo di tutto per fare del Giubileo con Roma ciò che è stato l’Expo per Milano. Questa pagina si è chiusa, basta polemiche, tutti al lavoro». La replica di Matteo Orfini ad Ignazio Marino è ancora più frontale: «Alla conferenza stampa di Marino ho sentito una serie di bugie – ha sottolineato il presidente del PD riferendosi in particolare alle dichiarazioni nelle quali l’ex Sindaco lamentava di non aver ottenuto un confronto politico sul suo mandato – Noi avevamo dato la disponibilità a discutere in aula Giulio Cesare e valutare dopo la discussione se era il caso di ritirare le dimissioni. Altrimenti, se lo fai prima, azzeri il timer e basta, gli avevamo detto”. Il commissario del PD romano ha aggiunto: “Marino guardi ai propri errori e non scarichi le responsabilità” ricordando come “il 27 agosto, quando si decideva se sciogliere il Comune di Roma per mafia, Marino era in vacanza. Questo non aiuta i rapporti con la presidenza del Consiglio». Intanto, in tarda serata, il sostituto già bussa alla porta del Campidoglio: è Francesco Paolo Tronca. Prefetto di Milano, nominato commissario del Comune di Roma con decreto del prefetto di Roma Franco Gabrielli. L’amministrazione capitolina viene così sparigliata e capovolta in poche ore dal mandante che non a caso ha parlato di un Giubileo, che nei suoi progetti deve rinnovare i fasti di un Expo ormai giunto al termine.
ADB