
Intervistato da ‘Il Fatto Quotidiano’, l’attore Claudio Amendola ha commentato la crisi politica nel Comune di Roma, esplosa dopo lo scandalo ‘scontrini’, che ha portato il sindaco Ignazio Marino alle dimissioni, poi ritirate. Come noto, nei giorni scorsi, ben 26 consiglieri comunali hanno lasciato in massa, facendo di fatto decadere il Consiglio comunale, scelta a cui è seguita la nomina del prefetto Tronca a commissario. Amendola definisce “ridicolo” il comportamento del Partito democratico: “Hanno lasciato che la nave madre andasse allo sbando girandosi dall’altra parte. E la nave madre non è una scialuppa. Non la puoi osservare allontanarsi alla deriva”.
Spiega l’attore, le cui idee di sinistra non sono mai state un mistero, tanto da essersi schierato contro la visita di Matteo Salvini alla Garbatella: “A prescindere da tutte le responsabilità, dagli scontrini, dalle Coop, da Mafia Capitale, dalle etichette che preferisce dare a questo casino, a emergere è la qualità politica, il livello di chi ha gestito la vicenda”. Le accuse di Amendola sono pesantissime: “Il Pd e il governo hanno permesso che Roma restasse senza timone. Con un sindaco sfiduciato, dimessosi e poi riconfermatosi, con il caos quotidiano, con la giunta che lo abbandona e il partito e la coalizione che fanno finta di niente come fossero dei passanti qualunque. Da cittadino romano sono sorpreso di quanto si possa andare oltre ogni giorno. La realtà supera quotidianamente la fantasia. Ma che è? Ma che stiamo vivendo?”.
Claudio Amendola vede poi responsabilità dirette del presidente del Consiglio nella vicenda: “Non mi risulta che Renzi si sia fatto sentire per dare una mano. Evitare ogni problema e ogni difficoltà d’altronde è un po’ nel suo stile”. Il giudizio nei confronti di Renzi è impietoso: “È un presidente del Consiglio perfetto per le buone occasioni rassicuranti e per i pranzi istituzionali, ma del tutto assente quando le questioni si fanno spinose. Da Roma, a tutto il resto”. Infine sull’imminente Giubileo: “Vedremo l’inferno. La città non è pronta e questa volta non è un modo di dire: ad accogliere altri milioni di persone non è pronta veramente”.
GM