“Scontrini” di Renzi, il sindaco Nardella: “E’ tutto in regola”

Palazzo Vecchio (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
Palazzo Vecchio (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Braccio di ferro tra uffici e opposizione in Comune a Firenze sulla vicenda “scontrini” che ha messo sotto la lente di ingrandimento le spese sostenute da Matteo Renzi prima da presidente della Provincia e poi da primo cittadino del capoluogo toscano. Sulla vicenda, anche la Corte dei Conti ha deciso di vederci chiaro, ma ciò nonostante il consigliere di Sel, Tommaso Grassi, ha insistito per ottenere un incontro con la dirigente Francesca Santoro e avere accesso così agli atti.

L’incontro sarebbe dovuto avvenire venerdì mattina, ma all’ultimo momento il direttore generale, Giacomo Parenti, ha chiesto di negarlo, sostenendo che “la documentazione richiesta risulta particolarmente voluminosa” e la “Procura della Corte dei conti ha aperto un’inchiesta in merito pertanto il tutto è coperto da riservatezza”. Così Grassi, nelle scorse ore, ha organizzato un flash-mob in piazza della Signoria e ha poi occupato gli uffici della direzione generale.

Si chiede il giovane consigliere di Sel: “Cosa hanno da nascondere? Forse qualche viaggio a Roma per andare in tv? O qualche cena di troppo? Perché non seguono l’esempio di Marino?”. Lapidario il commento del sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Marino non è un esempio da seguire”. Per il primo cittadino, il Comune che amministra “è trasparente e rispetta le norme sulla divulgazione delle spese di rappresentanza”.

Non la pensa così Grassi, secondo il quale “gli scontrini prima o poi dovranno consegnarceli: lo prevede la legge”. Quindi rivolto al direttore generale: “Vorremo conoscere a quale regolamento, norma, cavillo si appella: aspettiamo una risposta che ci illumini definitivamente”. Risposta che il Comune di Firenze sembra non voler dare.

GM