Lega a processo, soldi pubblici usati per la laurea in Albania e la villa di Bossi

Bossi Salvini Lega
(TIZIANA FABI/AFP/Getty Images)

La Lega Nord è sotto processo per la gestione dei soldi ricevuti tramite finanziamento pubblico ai partiti tra il 2008 e il 2012. Sotto la lente d’ingrandimento della procura ci sono i comportamenti e le manovre dell’allora tesoriere Belsito, ma anche le spese folli di Umberto Bossi e del figlio Renzo. Ieri in aula ha parlato il commercialista Stefano Martinazzo, consulente della Procura di Milano che ha spiegato in modo chiaro come fosse la gestione contabile della Lega in quegli anni: “La contabilità fu tenuta in spregio di qualsiasi principio valido nelle aziende e nelle attività commerciali e in modo non conforme alla legge sul finanziamento ai partiti”. Il tecnico che ha risposto alle domande del pm Paolo Filippini ha parlato anche di “incompletezza documentale imbarazzante”.

Il pubblico ministero Filippini che ha condotto le indagini insieme al collega Roberto Pellicano accusa gli imputati di aver speso soldi pubblici ottenuti con i rimborsi elettorali per fini personali. Tra i vari acquisti fatti coi soldi dei contribuenti ci sarebbe la tanto discussa laurea in Albania per Renzo Bossi, il pagamento di multe per infrazioni stradale, le fatture del carrozziere e i lavori di ristrutturazione della villa di Umberto Bossi a Gemonio. In tutto sarebbero stati spesi oltre mezzo milione di euro di soldi che la Lega avrebbe dovuto spendere solo ed esclusivamente per attività politica.

Sulla vicenda l’attuale leader Matteo Salvini non ha ancora voluto esprimersi anche perché non c’è dubbio che il danno d’immagine al suo partito in un momento in cui si trova in rampa di lancio non è da sottovalutare.

F.B.