“Erano bianchi, spietati, parlavano francese. Sembravano corpi speciali”

(Jeff J Mitchell/Getty Images)

Il bilancio, ancora provvisorio, è pesantissimo: 129 morti e 352 feriti, di cui 99 in stato di urgenza assoluta. Queste le vittime della folle notte di Parigi. Ma in queste ore interessano, per tutt’altro motivo, gli attentatori, per capire il “chi” e soprattutto “perché”: le ragioni  della strage sono ben chiare, certo, ma non definitive. Secondo quanto emerso da alcune registrazioni telefoniche, riferisce Le Figaro, gli attentatori del Bataclan a Parigi ”parlavano molto bene il francese”. Particolare confermato dai sopravvissuti “Erano bianchi, giovani: sui 20 – 25 anni” hanno affermato alcuni testimoni. Due particolari, tra i molti,  concordano: la tranquillità ostentata dagli uomini e l’uso di kalashnikov: “I terroristi erano molto calmi. Hanno ricaricato le armi tre o quattro volte” ricordano i sopravvissuti.

“Freddi e spietati”

 Julian Pearce, giornalista radiofonico, riferisce quanto accaduto al Bataclan: “È durato dieci, 15 minuti: ho visto diverse persone giovani, non indossavano maschere, entrare nella sala durante il concerto imbracciando kalashnikov: hanno sparato a bruciapelo, colpendo anche chie era rimasto ferito. Ricaricavano le armi e ricominciavano a sparare”. I sopravvissuti alla carneficina concordano che i terroristi si sono mossi da professionisti. “Sparavano con gli Ak47 a colpo singolo, 3-4 alla volta, tutti ben mirati, senza nemmeno guardare chi avevano davanti. Sembravano soldati delle forze speciali “ ha raccontato un testimone al Guardian.

Chi erano?

Si è saputo in seguito che uno di quelli che ha agito al teatro Bataclan, si chiamava Ismaël M., aveva 30 anni ed era di residente a Chartres, nel centro del Paese. Era schedato negli archivi dei servizi di informazione francesi dal 2010, secondo quanto si apprende da fonti vicine all’inchiesta.  Il passaporto di un rifugiato siriano, transitato da Leros, in Grecia, il 3 ottobre, sarebbe stato  rinvenuto accanto al corpo di uno dei kamikaze morti allo Stade de France. Dalle informazioni confermate dalla polizia, è noto che 7 di loro sono morti – in principio sembravano essere 8 un dato che non ha trovato conferma – 6 si sono sarebbero fatti esplodere dopo aver innescato le cinture esplosive, 1 sarebbe stat0 ucciso dagli agenti speciali. Ma non erano i soli e la febbrile caccia all’uomo di queste ore in terra francese – e non – sembra confermarlo. Una macchina con 4 uomini armati ha forzato un posto di blocco a Yvelines, nei pressi di Parigi. Nel pomeriggio di sabato  ‘Le Parisien‘ ha diffuso una nota: “la polizia insegue un’auto Citroen Berlingo con a bordo quattro persone pesantemente armate che hanno forzato il pedaggio dell’autostrada A10 all’altezza Ablis, nel dipartimento di Yvelines”.  La notizia è stata in seguito smentita. Le Monde ha parlato fin dalla prime di due auto nere, con alla guida 18 – 20enni – un particolare che confermerebbe l’identikit degli assalitori fornito dai testimoni dei conflitti a fuoco – di cui una, una Polo immatricolata in Belgio sarebbe stata ritrovata  con nel cruscotto biglietti per il parcheggio del quartiere di Molenbeek a Bruxelles. L’uomo che l’aveva presa a noleggio, un cittadino francese residente in Belgio, è stato arrestato al confine tra i due Paesi.

Belgio

Almeno tre dei sette assaliti individuati sarebbero stati belgi, provenienti dal quartiere dove è stata rinvenuta l’auto e almeno cinque sospetti sono stati fermati a Bruxelles, nello stesso quartiere, secondo il ministro della Giustizia belga Koen Geens. Si ferma qui, al momento il racconto sull’identità degli assalitori, mentre è più ricca di riscontri la ricostruzione sulle motivazioni dell’eccidio.  Un testimone ha riferito che uno dei quattro terroristi che hanno fatto irruzione al teatro Bataclan urlava: “È colpa di Francois Hollande. È colpa del vostro presidente, non avrebbe dovuto intervenire in Siria”,  un chiaro riferimento ai raid aerei contro i jihadisti iniziati a fine settembre. Si sono mossi in tre squadre d’attacco, ha spiegato il procuratore della Repubblica François Molin: hanno fatto riferimenti a “Siria e Iraq” sia all’interno del Bataclan e quando sono venuti in contatto con le forze dell’ordine. Indossavano tutti cinture esplosive che contenevano  bulloni per fare il maggior numero possibile di vittime. Secondo il Wall Street Journal uno di loro avrebbe  tentato di entrare dentro lo Stade de France, dove stava per iniziare l’amichevole Francia-Germania, con la cintura esplosiva sotto ai vestiti. Sarebbe stato fermato all’ingresso dagli addetti ai controlli e avrebbe fatto detonare l’esplosivo. Dalla Francia negli ultimi due anni si sono uniti a Isis e ai gruppi jihadisti migliaia di foreign fighter e dopo Charlie Hebdo sarebbe stata una follia non attendersi altri attacchi. Una follia più grande di quella che ha scosso Parigi ieri sera.

Armando Del Bello