Allarme morbillo, 350mila bambini non protetti

Vaccini morbillo allarme
(John Moore/Getty Images)

L’allarma arriva direttamente dalla Società Italiana di Pediatria che, in occasione degli Stati Generali della Pediatria, ha diffuso alcuni dati sconcertanti sulla situazione dei vaccini in Italia. Il dato che incute più timore è senza dubbio il fatto che circa 358mila bambini non siano stati vaccinati contro il morbillo, parotite e rosolia negli ultimi 5 anni. I pediatri hanno sottolineato che è come se “un intero comune grande come Firenze avesse improvvisamente smesso di vaccinarsi”. Inoltre i medici hanno evidenziato che anche i vaccini obbligatori per legge hanno registrato una flessione, segno che la disinformazione e l’ingiustificato allarmismo stanno avendo purtroppo effetti su buona parte della popolazione.

La situazione che preoccupa di più è quella legata al morbillo. Molti ignorano, o fingono di ignorare, che si tratta di una malattia terribile che può portare gravissime conseguenze come polmoniti e broncopolmoniti, encefaliti (che provoca la morte nel 15% dei casi) e altre malattie del sistema nervoso. Qualcosa a livello istituzionale si sta muovendo, soprattutto grazie al nuovo Piano nazionale sui vaccini, ma molto resta ancora da fare. Molti medici, compreso il noto oncologo Umberto Veronesi, si sono apertamente dichiarati favorevoli alla vaccinazione obbligatoria e ci sono proposte di legge che puntano a punire severamente i medici che sconsigliano i vaccini alle famiglie con figli. Quello che va fatto è però un lavoro soprattutto culturale, proprio come ha sottolineato in un messaggio anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “Sta diventando sempre più importante contrastare i fenomeni di controcultura antivaccinaria, negli ultimi anni si sta assistendo a livello globale a un aumento di genitori che manifestano perplessità in merito alla sicurezza e necessità delle vaccinazioni, nonostante i benefici siano noti e scientificamente documentati. La vaccinazione rappresenta uno degli interventi più efficaci e sicuri a disposizione della sanità pubblica per la prevenzione primaria delle malattie infettive. Poche altre misure, come le vaccinazioni, hanno un impatto così dirompente sulla salute pubblica. Tale pratica comporta benefici non solo sui soggetti vaccinati ma anche inducendo protezione ai soggetti non vaccinati. Bisogna far comprendere a tutti che quanto più alto è il livello di copertura vaccinale raggiunto, tanto minore sarà la circolazione degli agenti patogeni e che, solo in questo modo, sarà possibile l’eradicazione di questi ultimi, con beneficio anche per i più deboli e sfortunati che non possono essere vaccinati in quanto presentano delle controindicazioni”.

F.B.

Leggi anche:

Vaccini, il ministro Lorenzin: “Primo strumento di prevenzione”