
“La Russia è l’unica grande potenza in grado di distruggere l’Isis perché può ignorare le accuse e le pressioni dei media occidentali”. A dirlo non è Putin o un rappresentante della Federazione russa ma Gwenyth Todd, un ex consigliere di Barack Obama ed ex membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale (NSC) della Casa Bianca: “Ci sono molti cittadini americani che vogliono assolutamente evitare tutti i danni collaterali legati a una possibile guerra o anche solo le violenze necessarie a fermare i colpevoli.” Putin, invece, non avrebbe problemi a intervenire, ma dovrebbe muoversi in tempi brevi – è stato il primo a far scattare la rappresaglia contro l’Isis – per approfittare dell’onda emotiva seguita agli attentati di Parigi: “Questa finestra – spiega Todd – rimarrà aperta solo per poco tempo, e la Russia deve muoversi molto velocemente e colpire l’Isis con grande forza se vuole essere efficace”. L’ex consigliere di Obama ha sottolineato, come fatto da Putin al G20, la necessità di fermare i flussi di denaro verso l’Isis: “Il mondo ha bisogno di un paese veramente potente, pronto a fare qualsiasi cosa per respingere questi terroristi ben armati e finanziati. È inoltre necessario mettere un attimo da parte le accuse di violazione dei diritti umani e cercare di fermare il flusso di denaro proveniente dalla Turchia e dai paesi del Golfo diretto ad alimentare lo stato islamico”. Todd si è soffermata su un possibile intervento di alcune nazioni contro i russi a difesa del Califfato: “Strategicamente l’Occidente sa che la Turchia, uno dei membri chiave della Nato, è anche un supporter dell’Isis e non la difenderà se Erdogan decidesse di mettersi contro la Russia in Siria. E i paesi del Golfo non rischierebbero mai un confronto armato contro Putin”. Una benedizione all’operato di Putin da parte degli USA?
L. B.