I terroristi di Parigi sono passati dall’Italia

Salah Abdeslam (websource)
Salah Abdeslam (websource)

“Abbiamo il riscontro del passaggio in Italia di qualche soggetto legato alla strage di Parigi”, ad affermarlo, in un’intervista a Radio24, il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, titolare dell’inchiesta italiana su quanto avvenuto a Parigi venerdì scorso. Di ieri la notizia che Salah Abdeslam, l’uomo più ricercato d’Europa per gli attentati nella Capitale francese, sarebbe passato dall’Italia qualche mese fa, il primo agosto: il terrorista è arrivato a Bari su un’auto assieme a un amico, per poi imbarcarsi a Patrasso, dove si sono perse le sue tracce per diversi giorni, ovvero fino a quando il 5 agosto non prende il traghetto in senso opposto e rientra nel nostro Paese e da lì in Belgio, direzione Molenbeek.

Sull’ipotesi del passaggio di terroristi attraverso l’Italia, Capaldo ha spiegato che si tratta di “una deduzione logica che appare fondata, ma va provata sul piano processuale”. Il procuratore ha quindi chiarito: “Quando l’indagine su Parigi sarà approfondita, sarà più facile approfondire questi elementi e capire se in Italia c’è qualcosa di parallelo a quanto emerso a Parigi”. Nei giorni scorsi, sono emersi gli atti dell’indagine che lo scorso primo luglio ha portato in carcere una decina di persone, quattro gli italiani, 5 di nazionalità albanese e uno di nazionalità canadese, accusati a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo e di organizzazione del viaggio per finalità di terrorismo. Vi si legge: “E’ emerso in modo chiaro il flusso continuativo e particolarmente consistente dei cosiddetti foreign fighters da numerosissimi Paesi e la capacità dell’organizzazione terroristica di smistare i volontari qualunque fosse la provenienza”.

L’inchiesta ha fatto appunto emergere la capacità dell’Isis di “smistare i volontari“. Dalle telefonate intercettate, poi, è venuta a galla “l’effettiva operatività delle regole previste per raggiungere lo stato islamico già diffuse in rete tramite svariati ‘manuali’”. Accertata infine “l’attività svolta dalle persone che hanno raggiunto il territorio del cosiddetto stato islamico per determinare ulteriori persone a raggiungere l’organizzazione terroristica”, oltre alla “attività di indottrinamento-proselitismo svolta in modo efficace attraverso la rete”.

GM