
C’è una svolta nel caso della morte di Ilaria Boemi, la sedicenne trovata morta il 9 agosto scorso in spiaggia a Messina e che secondo le ipotesi investigative sarebbe deceduta dopo aver assunto “ecstasy cattiva”. Nelle scorse ore, la Polizia di Stato di Messina ha arrestato due ragazze, di cui una minorenne ed una appena diventata maggiorenne. Si tratterebbe delle due giovani che hanno venduto la dose di Mdma che ha provocato la morte per arresto cardio-circolatorio della 16enne.
Oltre alle due ragazze, è stata arrestata una terza giovane che risulta coinvolta in altri episodi di spaccio di droga nei confronti della giovane vittima. Sin da subito, gli investigatori avrebbero un quadro abbastanza chiaro dei fatti, dal momento in cui la 16enne lasciò il grosso della comitiva di amici al suo ritrovamento da parte di un ciclista, allarmato da due amici della giovane che erano con lei al momento della tragedia. Ora, le indagini della Squadra Mobile hanno delineato personaggi e responsabilità di chi ha trascorso con Ilaria le sue ultime ore di vita.
Le ricostruzioni fatte dagli inquirenti sono confluite nelle misure cautelari emesse dai Gip presso Tribunale per i Minorenni e presso il Tribunale Ordinario di Messina, su richiesta dei relativi Sostituti Procuratori della Repubblica che hanno coordinato le indagini. Dopo il decesso, i suoi compagni di classe avevano voluto ricordare così Ilaria Boemi: “Non era quella che è stata descritta e che appare sulle foto di Facebook, era una ragazza splendida, buona, educata”.
“Continuate a scrivere cose false sua mia sorella, vi dovreste vergognare! Voi non sapete niente” – aveva affermato il fratello Lillo – “Mia sorella era una bambina, aveva solo 16 anni e tanta voglia di vivere. Non faceva uso di stupefacenti. Se le analisi diranno il contrario vuol dire che qualcuno le ha messo qualcosa in un cocktail che aveva bevuto poco prima”.
GM