
Un messaggio di insulti rivolti alle vittime del rogo del 2007 alla ThyssenKrupp di Torino è comparso in questi giorni sui social network. L’utente che lo ha firmato scrive: “Ho sempre detto che a Torino c’è gente poco sveglia. Questi qui morirono ustionati dall’olio bollente come patatine fritte. Fu la loro giusta fine. E io rido!”. Gli insulti arrivano a poche ore dall’ottavo anniversario di quella strage, avvenuta fra il 5 e il 6 dicembre 2007. A perdere la vita furono sette operai: Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino.
L’unico che si salvò è Antonio Boccuzzi, oggi deputato del Partito Democratico, che replica così agli insulti: “Personalmente mi chiedo cosa può spingere un uomo (in questo caso il sostantivo usato è un mero regalo che faccio a questo essere schifoso) a cimentarsi in questo genere di post. Come sempre in prossimità dell’anniversario (già l’ottavo) qualche scienziato si prodiga in creazioni deliranti che evidentemente gli servono per riempire un’inutile esistenza che altrimenti non potrebbe colmare. Dev’essere frustrante vivere ogni giorno reggendo sulle spalle un involucro vuoto”.
A maggio di quest’anno, nel processo d’appello-bis, sono state ridotte le condanne per tutti i sei imputati del processo per il rogo: per l’ad Harald Espenhahn, principale imputato nel processo, la pena è scesa da dieci a nove anni e otto mesi. Un anno fa, il 24 aprile, la Cassazione, a sezioni unite penali, aveva disposto il rinvio degli atti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino per la “rideterminazione delle pene”. A febbraio, c’era stato un rinvio del processo, tra la rabbia dei familiari delle vittime, che si erano detti “indignati”.
Queste erano state le pene comminate nel primo processo d’appello: 10 anni a Herald Espenhahn, amministratore delegato della Thyssenkrupp Acciai Speciali Terni s.p.a, 7 anni per Gerald Priegnitz e Marco Pucci, 8 anni per Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, 9 per Daniele Moroni.
GM