La nascita in una famiglia nobile, i problemi di salute dovuti alla consanguineità dei genitori, la deformità fisica, l’inclinazione all’alcol, il delirium tremens, l’amore per la trasgressiva vita al Moulin Rouge. Ecco Toulouse-Lautrec ristretto ai minimi termini.
Lo spirito impressionista, l’amore per il teatro kabuki, la frequentazione delle maisons closes, la stesura del colore à plat, la stilizzazione delle forme senza ombreggiature, le litografie, la tagliente ironia contrapposta alla bellezza accademica, l’uso creativo del lettering. Ecco il suo genio.
Come riuscire a coglierlo a pieno? Semplice: tutto il suo estro lo potrete visionare dal vivo grazie alla mostra che si inaugura oggi al Museo dell’Ara Pacis a Roma. Visitando quest’esposizione, potrete osservare da vicino le opere del pittore bohémien della Parigi di fine Ottocento. Sono circa 170 e provengono dal Museo di Belle Arti di Budapest. Il percorso proposto ripercorre la vita dell’artista dal 1891 al 1900, poco prima della sua morte, avvenuta a soli 36 anni.
Camminando tra i vari corridoi, potrete osservare le affiches di grande formato, l’album dedicato alla cantante Yvette Guilbert, le litografie sui locali notturni della Ville Lumière, le immagini delle sue eroine più famose, come Jane Avril, la Goulue, la clownessa Cha-U-Kao, e ancora manifesti più piccoli, illustrazioni, copertine di spartiti e locandine, alcune addirittura in tirature limitate, firmate, numerate e corredate dalla preziosa sigla dell’artista.
Fu proprio dalla sua intensa attività e dalla produzione di manifesti d’autore che il Liberty fece della linea la sua principale matrice figurativa. Infatti, Toulouse-Lautrec fu il primo pittore a utilizzare la grafica soprattutto in occasione di spettacoli teatrali e cabarettistici. I suoi cartelloni sono considerati dei veri e propri capolavori d’arte. Sostanzialmente, era un innovatore dello stile. Anticipando concetti moderni come la teoria della percezione, la psicologia delle forme e la tecnica dei colori, nei suoi quadri non vedrete nobildonne o soggetti aristocratici. Vedrete ballerine, avventori di locali, pagliacci e prostitute. Di fatto, Toulouse-Lautrec era noto per la sua vita mondana, adottata per sfuggire alla solitudine dovuta ai gravi problemi fisici. A quattordici anni, due cadute da cavallo gli procurarono delle fratture a entrambe le ginocchia. In seguito, i suoi arti inferiori non crebbero più di tanto. Ciò lo portò a vivere una vita bohémien nel pittoresco e malfamato quartiere parigino di Montmartre. Fu in questo povero universo di sbandati che trovò la sua ispirazione artistica.
In pratica, Toulouse-Lautrec era a tutti gli effetti un artista maledetto che viveva la sua arte intimamente. Pur provenendo da una famiglia nobile, preferì abbandonare la vita borghese. Come Van Gogh e Gauguin, a suo modo, evase dalla società. Ma mentre i primi due lo fecero ricercando il mondo dei bucolico o incontaminato, Toulouse-Lautrec evase rifugiandosi in quell’universo equivoco fatto di bordelli, di reietti, di ubriachi, di malcostume. E furono proprio gli esclusi della società a divenire i soggetti preferiti dei suoi quadri, perché coglieva in loro una genuina umanità, a volte struggente, a volte impietosa, ma sempre dignitosa. Il suo lucido metodo di osservazione donava talvolta un aspetto ridicolo e sgradevole ai protagonisti delle sue opere. La sua era una sorta di vivisezione umana visiva. Aveva un sguardo critico e attento. Spesso tendeva a rappresentare la figura umana con tratti nervosi e tormentati. In pratica, i suoi erano dei veri e propri “paesaggi dell’essere”. I suoi personaggi li scovava nei caffè-concerto di Montmartre, nelle sale da ballo, nei circhi, nei teatri della Parigi della Belle Époque.
E se anche voi desiderate conoscere a fondo il suo occhio spietato e caricaturale, guardare da vicino le sue ampie stesure di colori piatti, le marcate silhouette e i suoi racconti pittorici circondati da una incantata e rutilante malinconia, non vi resta che visitare la mostra all’Ara Pacis e vivere a pieno le sue sorprendenti folgorazioni emotive.
Dove:
Museo dell’Ara Pacis, Spazio espositivo Ara Pacis
Dal 4 dicembre 2015 all’8 maggio 2016
Tutti i giorni: 9.30 – 19.30
Silvia Casini
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